SS. Trinità, reparto protetto destinato al ricovero delle persone detenute, il garante delle persone detenute della città metropolitana di Cagliari: “Camere e ambulatorio occupati da strutture d’ufficio e attrezzature di laboratorio”.
Stamattina il sopralluogo nell’ospedale Santissima Trinità, nel reparto protetto destinato al ricovero delle persone detenute. Gianni Loy, garante delle persone detenute della città di Cagliari, appellandosi al direttore generale della Asl, rende note le condizioni in cui versa il reparto che per legge, sarebbe dovuto essere ad uso di destinazione esclusivo, dei cittadini in condizioni di detenzione. “Si tratta di un reparto voluto dal legislatore per la degenza, in sicurezza, delle persone detenute che necessitino di ricovero ospedaliero”. La struttura è dunque dotata di tutti i dispositivi di sicurezza necessari: sbarre alle finestre, sale per i colloqui etc. Per legge, il reparto speciale, deve essere predisposto all’interno di un ospedale generale, affinché venga consentito il trattamento di tutte le patologie, evitando di dover ricorrere ad altre strutture ospedaliere non attrezzate. Quanto alla competenza in materia, riguardante la Regione Sardegna, il garante spiega: ” La regione ha stanziato un ingente finanziamento per la realizzazione di questo reparto, poi realizzato, secondo i criteri stabiliti dalla legge”. Tuttavia la Asl di Cagliari, utilizzerebbe da anni, per altri scopi la struttura, non rispettando le finalità per la quale è stata realizzata. “Ho potuto osservare che le camere di degenza e l’ambulatorio sono occupate da strutture d’ufficio e attrezzature di laboratorio”. Le incognite di Gianni Loy in seguito alla visita in reparto: “Sia le finestre esterne che i cortili interni sono protetti da efficienti inferriate”, “Sorge il dubbio che il personale ospedaliero che vi lavora presti la sua attività in ambienti in cui la sicurezza, in caso di emergenza, potrebbe non essere garantita”. E ancora si domanda: “Stupisce in finestrone esterno non protetto”, “Com’è possibile che sia stato concepito senza sbarre di protezione? O sono state rimosse successivamente per qualche motivo?”. Segnalata più volte la grave violazione di legge, sollecitando inoltre la struttura affinché venisse utilizzato il suddetto reparto per il proprio scopo di costruzione. Inascoltata la richiesta pressante da parte dell’assessore regionale alla sanità, indirizzata al direttore della Asl. Loy attacca: “Continua ad operare nella piena illegalità”. Tutto ciò avviene in un momento di grande emergenza per la sanità carceraria, in presenza di un’enorme sovraffollamento e carenza negli organici di polizia penitenziaria. Infine, l’appello all’opinione pubblica: “Affinché possa contribuire anch’essa a ripristinare la legalità e cancellare una condotta che non esito a definire vergognosa per un paese civile”.










