Chi giudicava Renato Soru come allineato al suo partito e in perfetta sintonia con le direttive regionali dovrà già ricredersi dopo l’ultima direzione regionale del Pd sardo.
In materia di Ppr incrollabile è infatti la posizione del nuovo segretario regionale, proprio ora che aperto è il dibattito in vista dell’esame in Aula del dl 130 sull’edilizia e urbanistica. La convocazione “straordinaria e urgente” della Direzione regionale, laddove quei due aggettivi suonano strano nei confronti di una giunta che dovrebbe essere il linea con le direttive del suo partito, è già di per sè una mobilitazione.
Soru non è persona da cercare spaccature: evidentemente qui è in gioco la difesa del Piano paesaggistico regionale, varato nel 2006 proprio dalla giunta Soru e ancora in vigore. E anche se tra le varie correnti del Pd il Ppr non ha mai incassato unanimità – e ben lo sa l’ex presidente, che fu “impallinato” e costretto alle dimissioni proprio per questo – evidentemente il patron di Tiscali non intende mollare e forse vuole la rivincita.
I temi sono scottanti. La giunta Pigliaru e l’assessore agli Enti Locali Cristiano Erriu in testa non si sono ancora pronunciati sul cosiddetto Decreto Salvacoste del 2004, ovvero sulle lottizzazioni sul mare, intorno al quale si mormora che esiste proposta per un aumento delle volumetrie. L’accordo sul Piano Casa manca anche per quanto concerne i centri storici, dove la mancanza dei Puc (Piano urbanistico comunale) in molti centri della Sardegna potrebbe far cadere certi divieti edilizi secondo regole paesaggistiche. Altrettanti dubbi sorgono per i servizi per gli hotel e per i terreni agricoli.
La frase con cui Soru ha concluso il suo intervento non è garantista: “Naturalmente le istituzioni sono libere”, che fa intendere che altrettanto libero è il partito nelle sue posizioni rispetto all’aula. Il No a nuove cubature per gli alberghi entro la fascia costiera dei 300 metri, il no anche ai lotti edificabili di un solo ettaro in terreno agricolo; il sì, comunque condizionato, solo a qualche volumetria in più nei centri storici, e nelle zone edificabili, sono punti fermi che denotano che il nuovo segretario non ha cambiato rotta e che vuole svolgere un’azione politica incisiva, anche eventualmente contro la giunta in corso d’opera.










