Il numero di scontrini battuti nella fascia oraria della cena, nel giorno in cui il Governo Conte ha approvato il nuovo Dpcm, che comunque è operativo da oggi? “Uno. Un cliente abituale, si è preso una zuppa di cozze”. Poi, il nulla. Manuela Ravastini, titolare di un ristorante alla Fonsarda da dieci anni, ha sbaraccato i tavoli esterni alle 22:30 e ha tirato giù le serrande alle 23: “Altro che mezzanotte, la gente a Cagliari ha paura di uscire”. La Ravastini ha pubblicato un post sin troppo chiaro, ieri sera, sul suo Facebook: “Altro che chiudere alle 24. Anticipiamo la chiusura perchè mi sa che la gente si è già ‘stuggiata’ in casa”. Contattata da Casteddu Online, la ristoratrice è un fiume in piena: “Ieri sera sembrava che fossimo in lockdown. A parte quel cliente non è entrata un’anima. I clienti mi hanno detto che hanno paura, e queste restrizioni del Governo, con la chiusura a mezzanotte, non aiutano di certo”.
E ieri era martedì. Il weekend è dietro l’angolo, e la Ravastini incrocia le dita: “Se continua così dovrò rivedere il personale, non posso tenermi a carico otto persone”. Nella piazza esterna al suo locale, nel cuore della Fonsarda, l’amministrazione comunale le ha dato la concessione per i tavolini: “Trentacinque posti a sedere, ma ho aperto i primi di agosto, non da tantissimo. Quella, poi, è una piazza esposta al maestrale, con l’autunno farà freddo e ho visto i preventivi per piazzare delle strutture amovibili, costano troppo”. Sedie e tavoli che, per la “paura” del virus, potrebbero continuare a restare vuoti: “A parte questo, noi ristoratori siamo stati penalizzati con la chiusura alle 24. Perchè noi sì e altre realtà no? Ogni giorno spendo molto per sanificare il locale, lo faccio due volte al giorno. E poi”, chiosa la Ravastini, “non ho capito se il consiglio dei sei a tavola valga anche per i ristoranti. Spesso mi è capitato di avere tavolate anche di dieci persone, come mi dovrò comportare?”.










