Un’ ora di udienza per chiedere al giudice del tribunale del riesame di Cagliari di restituire il telefono cellulare al governatore Solinas, indagato in due inchieste per corruzione, dichiarando il sequestro del dispositivo e degli altri dispositivi informatici nullo. I legali del presidente, Salvatore Casula e Roberto Nati, hanno discusso questa mattina davanti al giudice Giampiero Sanna: la decisione sarà presa entro 10 giorni. Nelle prossime ore formalizzeranno la richiesta di nominare un perito che esamini il contenuto del telefonino e decida quale sia il materiale utile alle indagini e quale invece quello da distruggere.
Solinas è indagato per corruzione in due filoni di inchiesta: uno per la vendita di una sua proprietà a Capoterra in cambio di presunti favori e appalti all’imprenditore Roberto Zedda, vendita secondo l’accusa maggiorata di oltre 10 volte a 550mila euro, cifra che nasconderebbe tangenti, l’altro – assieme al suo consulente Christian Stevelli e al direttore generale dell’Ufficio dell’autorità di gestione del programma operativo Eni Cbd, bacino del Mediterraneo, Roberto Raimondi, revocato qualche giorno fa – per un presunto accordo legato alla nomina di quest’ultimo, stipendio 140mila euro all’anno di soldi pubblici, in cambio di docenze e della promessa di una laurea honoris causa al governatore.
Intanto, il governatore procede con l’attività di governo e non c’è alcun sentore di dimissioni nell’aria. Anzi: Solinas è tornato alla carica con i consigli d’amministrazione negli enti pubblici, moltiplicando poltrone e stipendi, tagliati nella precedente legislatura sia in ottica di risparmio che di razionalizzazione organizzativa. Solo Fratelli d’Italia è favorevole a questa linea, gli altri alleati no: considerando le tensioni in maggioranza, dovute soprattutto ma non solo alle vicende giudiziarie del governatore, decidere di andare avanti potrebbe far esplodere nuove e pericolose tensioni.











