Era il 28 settembre del 2005, quando un residente di Sinnai sparò contro una banda di ladri in fuga dopo avere rapinato il supermarket del paese. Un gesto messo in atto dall’uomo, un cacciatore del paese che aveva assistito al furto dalla sua abitazione, per intimidire i banditi e ostacolare la loro fuga con il bottino di alcune migliaia di euro. Gli spari del fucile colpirono uno dei due banditi al tallone: alcuni giorni dopo il rapinatore si presentò in ospedale per fare estrarre il pallino del fucile, venne identificato e arrestato insieme ai complici a cui gli investigatori erano risaliti nel giro di alcuni giorni. Ora, a distanza di quasi dieci anni, il cacciatore, grazie al quale la banda di ladri venne catturata, si vede costretto a pagare un risarcimento di 50 mila euro, richiesto nel 2011 dal bandito ferito per i danni subiti, oltre alle spese legali sostenute in questi anni.
“Questa è la legge italiana – denuncia la moglie del cacciatore, Angela Uda – una vergogna. Per un caso simile in Inghilterra il giudice ha di recente respinto la richiesta di risarcimento: non è giusto che chi va a rubare venga pure risarcito se viene ferito”. Cinquantamila euro la cifra richiesta per danni subiti a causa dello sparo che colpì il bandito al tallone. Un importo che potrebbe diminuire con il patteggiamento. “Ma la cosa grave è che lo Stato dia ragione a un delinquente – continua la donna – a danno di un cittadino che voleva solo sventare un furto, e difendere un’attività commerciale del paese e i suoi dipendenti. La richiesta di risarcimento è stata accolta perché mio marito ha sparato mentre i banditi erano in fuga, e quindi non erano più causa di pericolo: solo in Italia succedono queste cose”.
L’udienza finale è prevista per l’11 febbraio dell’anno prossimo: si patteggerà sulla somma da risarcire, ma i coniugi di Sinnai dovranno comunque pagare. Una spesa difficile da sostenere per una famiglia modesta: lei una casalinga, lui un operatore scolastico da qualche mese. “Oltre al danno economico – conclude Angela Uda – c’è la disperazione per una situazione che ha del paradossale: mio marito ha perso la serenità e si è ammalato. Dopo questa vicenda mi sento di consigliare a chiunque dovesse assistere ad un crimine di non intervenire: i cattivi vincono sempre”.












