Un silenzio assordante quello della “mancata partecipazione delle istituzioni locali” sottolineato dal movimento politico “Sinnai Libera” che ha marcato l’importanza simbolica che avrebbe avuto la presenza degli eletti il 22 aprile, giorno in cui è stata tenuta a battesimo la sezione locale dell’ANPI , l’Associazione Nazionale dei Partigiani d’Italia. Sembra trascorsa una vita da quando l’Italia fu liberata dalle forze armate nazifasciste durante la Seconda Guerra Mondiale: oggi si celebrerà il ricordo di quel giorno che i più anziani ricordano molto bene e che ha segnato l’evolversi dei diritti acquisiti sinora.
“Noi sappiamo che la libertà dei cittadini non si conquista una volta per tutte e che per durare richiede una manutenzione continua, fatta di memoria, di cure, di lavoro. Solo così, col senso critico e col giudizio onesto possiamo difendere i diritti vecchi e quelli nuovi che ne vengono generati, limitati dai conseguenti doveri, fonti anch’essi di uguaglianza e solidarietà” comunica il movimento politico di Sinnai.
C’era bisogno di questa sede “anche perché nella crisi gravissima della rappresentanza politica, che le organizzazioni partititiche indigene esprimono in maniera evidente, abbiamo necessità di istituti capaci di vigilare sui valori delle nostre libertà democratiche, impedendo ogni loro possibile offesa storica e presente.
Ci sono tanti modi di celebrare una ricorrenza, che si tratti di una festa religiosa o di una festa nazionale.
Al pellegrinaggio di Bonaria ci si prepara organizzando il percorso, scegliendo gli spazi delle celebrazioni, preparando le poltroncine; così alla festa della Liberazione ci si prepara con un convegno e con la posa di un fiore nel Parco delle Rimembranze. Come ANPI ha scelto di fare.
Un convegno e la posa di un fiore, due momenti diversi di un’unica festa, che è cominciata appunto con la celebrazione di quel battesimo laico nel salone della parrocchia di Santa Barbara, prestato per l’occasione dall’amministratore parrocchiale.
Abbiamo vissuto questo primo momento di riflessione in un’aula gremita di gente attenta e sensibile senza scorgere presenze che ci saremmo aspettati doverose per l’occasione.
La assenza del 95% dei consiglieri comunali la dice lunga sulla sensibilità della nostra presente classe di rappresentanti eletti. Un segnale senz’altro negativo in ordine alla importanza di un evento che segna una vittoria di civiltà da parte di donne e uomini coraggiosi, cui dobbiamo le nostre libertà attuali.
Da parte nostra nessuna sorpresa purtroppo. E’ la conferma di quanto andiamo dicendo da mesi: occorre restituire alla democrazia risultati diversi. Non è solo una questione pratica. Ma soprattutto morale”.









