“Io non credo che le palestre non potevano rimanere aperte con il distanziamento: le palestre erano una valvola di sfogo per tanti ragazzi, tanti giovani. In un anno di pandemia si poteva, forse, agire in un modo più forte anche per dare una risposta immediata a quelle che sono le esigenze degli individui”. A Casteddu Sera, interviene la conduttrice del Gr interamente dedicato al mondo dei giovani, on air ogni giorno, tre gli appuntamenti: 10:30, 15:30 e 20:30.intervenuta ieri a Radio Casteddu – Non ci credo che, in un anno e più di pandemia, l’unica risposta che si possa dare sia il lockdown: per i giovani non c’è più niente. Come può vivere un giovane in questa situazione? Non può vivere: non solo gli svaghi sono limitati ma anche le cose più essenziali. Io immagino gli adolescenti che prima andavano a scuola, facevano gruppo e, adesso, hanno addirittura paura di toccarsi, salutarsi cose che fanno parte della natura umana. Il nostro essere umani è anche espresso con il nostro affetto. Secondo me non cresceranno tranquilli come abbiamo fatto noi”.
Silvia vive in Belgio per lavoro: “In tanti di noi partono pensano che fuori sia meglio: c’è quest’idea, che se uno parte trova l’El Dorado. In parte è vero e in parte no. Io sono partita a Milano per qualche anno e, decisamente, mi si è aperto un mondo: c’è gente che ha scommesso su di me, sulla persona che forse posso diventare e hanno pensato di farlo lì e non qui. Adesso quello che si è capito con questa pandemia è che tantissimi ragazzi vogliono tornare a casa perché se prima questa distanza si poteva tamponare in qualche modo, adesso è diventato impossibile anche solo viaggiare per rientrare nel weekend. Noi giovani inoltre siamo gli ultimi tra le categorie dei vaccini e per chi è espatriato ci sarà sempre una paura per poter tornare tranquillamente a casa”.
Risentite qui l’intervista a Silvia Pasquini del direttore Jacopo Norfo
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