Il noto conduttore televisivo è finito sotto accusa dopo aver postato le immagini in cui si arrampica sul nuraghe di Silanus. Un gesto commesso senza pensare alle “conseguenze” e che ha scatenato la reazione di centinaia di persone che hanno messo in evidenza come le torri in pietra meritano rispetto da parte di tutti. Un bene da proteggere e valorizzare e non da usare, insomma, come una meta da conquistare.
“Ho commesso un errore.
Ho agito d’impulso, senza riflettere fino in fondo sulle conseguenze del mio gesto.
Mi sono arrampicato su un nuraghe sardo.
Non l’ho danneggiato, non l’ho vandalizzato, non l’ho profanato.
Ma sono stato imprudente e irrispettoso. E questo basta a rendere il gesto sbagliato” spiega Quaranta.
“A chi ama la Sardegna — e io la amo profondamente — chiedo scusa.
Chiedo scusa a chi ha compreso e mi ha perdonato, e anche a chi si è sentito ferito, tradito, arrabbiato.
Non intendo discutere, giustificarmi o minimizzare: ho capito l’errore e sono disposto a pagarne le conseguenze.
Non chiedo indulgenza.
Chiedo solo che il mio gesto non venga emulato.
Anzi: che il mio pessimo esempio serva da monito, perché nessuno ripeta un’azione stupida e superficiale come la mia.
Se possibile, vorrei che questa lettera diventasse anche un’occasione per allargare lo sguardo.
Per indignarsi — giustamente — non solo per un gesto isolato, ma anche per chi i nuraghi li depreda ogni giorno, portandosi via le pietre per farne camini o ornamenti da giardino.
Per chi li abbandona all’incuria, soffocati dalla vegetazione e dal tempo.
Per chi li usa come stalle, depositi, discariche.
Per chi li imbratta.
Per chi li dimentica (molti di più di quelli tutelati), li seppellisce, li rende irraggiungibili invece di proteggerli e raccontarli.
C’è chi mi ha detto che non sono più il benvenuto in Sardegna.
C’è chi mi ha augurato il carcere o peggio.
Capisco la rabbia: nasce dall’amore per una terra che non è solo paesaggio, ma identità, memoria, radice.
Io continuerò ad amare questa isola.
A farlo con rispetto, con trasporto, con responsabilità.
E continuerò a raccontarla nel modo migliore che so fare, perché — nonostante l’errore che ho commesso e l’odio che ho ricevuto — la Sardegna lo merita. Sempre”.









