“Siamo noi i marziani”, un piano da Cagliari per esplorare Marte

La sfida per esplorare Marte riparte da Cagliari e dal professor Cao, con queste importanti novità


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 “Siamo noi i marziani. Entro il 2024 i terrestri potranno installare delle colonie sul pianeta rosso. Il visionario Elon Musk non solo ci crede, ma ci sta puntando qualche decina di milioni di dollari all’anno. Questo incipit si leggeva il 28/09/2016 sulla stampa (Giuseppe Sarcina per il Corriere della Sera on line).

Ora che il vettore, il Mars Vehicle, per raggiungere Marte è in fase di progettazione come rappresentato dallo stesso Musk all’International Astronautical Congress tenutosi a Guadalajara in Messico,  occorrerà pensare a come sopravvivere sul pianeta rosso. Potranno essere d’aiuto le tecnologie brevettate da ricercatori dell’Università di Cagliari, del Consiglio Nazionale delle Ricerche e del Centro di Ricerca, Sviluppo e Studi Superiori in Sardegna coordinati dal prof. Giacomo Cao che, sfruttando un finanziamento di appena 500000 euro ricevuto dall’Agenzia Spaziale Italiana hanno sviluppato, nell’ambito del progetto COSMIC, in pochi anni a partire dal 2010, due interessanti processi che consentono rispettivamente di ottenere elementi strutturali, “mattoncini”, impiegando suolo marziano e di garantire il sostentamento di missioni umane utilizzando le risorse disponibili sul pianeta per ottenere ossigeno, acqua, fertilizzanti, propellenti e biomassa edibile.

Queste domande di brevetto sono state concesse o sono in fase di concessione e di nazionalizzazione in Francia, Germania, Gran Bretagna, Stati Uniti d’America, Cina, Giappone, Russia e naturalmente Italia, a dimostrazione dell’innovatività e brevettabilità delle tecnologie sviluppate. Solo dall’ India, dove comunque i diritti sono tutelati in forza delle convenzioni internazionali in materia brevettuale, non si è avuta ancora alcuna risposta.

Aspetto importante da rilevare è che la quota dei diritti sui due brevetti di proprietà dell’Università di Cagliari, pari rispettivamente al 50 e al 30%, è transitata nei giorni scorsi, per il tramite degli inventori dipendenti dell’Ateneo, dalla stessa Università al DASS, Distretto AeroSpaziale della Sardegna.

Il DASS (http://www.dassardegna.eu), società consortile a responsabilità limitata costituita il 15 Ottobre 2013, è partecipata al momento da sei Soci pubblici e diciannove privati tra i quali si annoverano Avio SpA, il Centro Italiano Ricerche Aerospaziali e Vitrociset SpA. Tra le attività del DASS è da menzionare lo sviluppo di nuove tecnologie per l’esplorazione robotica e umana di Luna, Marte e Asteroidi, incluse le implicazioni biologiche e mediche e le sperimentazioni su volo parabolico e stazione spaziale orbitante, che, in sinergia con gli altri attori italiani del settore, può portare il Paese a giocare un ruolo rilevante nell’esplorazione dello spazio profondo.

 “La creazione di una task force nazionale per l’esplorazione dello spazio finanziata dall’Agenzia Spaziale Italiana e/o dal Centro Italiano Ricerche Aerospaziali ovvero dal Cluster Tecnologico Nazionale Aerospazio”, ha detto il presidente del DASS Prof. Giacomo Cao “che metta a sistema tutte le competenze presenti nel Paese, non è più procrastinabile se si vuole contribuire nello scenario internazionale in un settore così strategico per il futuro dell’umanità”.


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