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Scuole dell’infanzia chiuse a Bortigiadas e Nughedu S.Nicolò: i sindaci scrivono al ministro

di Valeria Putzolu
26 Aprile 2020
in area-vasta, zapertura1

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Scuole dell’infanzia chiuse a Bortigiadas e Nughedu S.Nicolò: i sindaci scrivono al ministro
Nonostante nei mesi scorsi i sindaci fossero stati rassicurati riguardo alla decisione di non chiudere alcun istituto scolastico, 
in piena emergenza sanitaria, a Nughedu San Nicolò e Bortigiadas, due piccoli centri del sassarese, giunge la notizia della chiusura delle scuole dell’infanzia. I sindaci dei due comuni, Emiliano Deiana e Michele Carboni, hanno scritto e inviato una lettera alla Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina. 
Scrivono per rappresentare il loro disappunto e rammarico per la decisione assunta dall’Ufficio Scolastico Regionale per la Sardegna che dispone la mancata autorizzazione delle sezioni dei due centri. 
“Una decisione che contestiamo nel metodo e nel merito poiché risulta essere fuori da ogni logica – spiegano i due sindaci alla Ministra – nella condizione attuale che vivono il Paese e le nostre comunità.
Una decisione che arriva dopo i reiterati inviti del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella all’unità, alla collaborazione istituzionale che si esplica, appunto, nella leale collaborazione.
Ma cosa c’è di leale in uno Stato che chiede ai cittadini sacrifici enormi a garanzia della salute pubblica e allo stesso tempo chiude, nelle nostre comunità, servizi essenziali?
Ministra, avremmo potuto parlare del sacrificio che ci è stato richiesto come sindaci nel tempo dell’emergenza da Covid19: autorità sanitarie locali con molte responsabilità e quasi nessun potere, 24 ore su 24 a disposizione delle nostre cittadinanze, senza più orari né vita, perennemente in trincea per convincere i cittadini a restare a casa e a rispettare il distanziamento sociale.
Mentre noi eravamo impegnati in questa indefessa attività un’articolazione di quello Stato di cui siamo rappresentanti lavorava per toglierci il servizio pubblico per eccellenza: la scuola.
Oltre al metodo, però, c’è il merito.
Un metodo che delinea la vita dei nostri bambini – fosse anche un solo bambino – come dei pendolari che andranno ad affollare, in paesi più grandi, classi già affollate.
Questa, se non fosse la realtà, apparirebbe come uno scherzo. Mentre ancora non si conoscono i dettagli sulla chiusura di questo anno scolastico andiamo a disegnare un nuovo anno con regole che disattendono il buonsenso del distanziamento sociale.
Ma non basta, Ministra.
In tutto il Paese, ormai, si parla del diritto ad abitare anche nei paesi di montagna e delle aree interne. Il tema dello spopolamento, dell’anoressia demografica grazie a intellettuali come Franco Arminio, Vito Teti, Vinicio Capossela e molti altri che, da nord a sud, rianimano le nostre comunità si sta affermando ed è ormai visto come centrale anche all’interno della Strategia Nazionale delle Aree Interne del Ministero per il Sud.
Le recenti prese di posizione pubblica degli architetti Massimiliano Fuksas e Stefano Boeri pongono un nuovo senso del vivere nella bassa densità abitativa.
Tutto ciò come si coniuga con la chiusura di una scuola?
Tutto ciò come si lega alla chiusura degli avamposti di socialità, cultura e democrazia?
Deve sapere, Ministra, che in uno studio della Regione Sardegna realizzato in collaborazione con l’Università degli Studi di Cagliari denominato “Comuni in estinzione” che analizzava la dinamica di spopolamento delle comunità, Nughedu e Bortigiadas erano individuati fra i 31 a rischio di scomparsa.
Può immaginare quale messaggio devastante – con la chiusura delle scuole per l’infanzia – stai passando dentro al cuore delle nostre comunità rispetto al futuro e alla vita nei nostri luoghi.
Uno dei più importanti intellettuali sardi, Cicitu Màsala, era originario di Nughedu San Nicolò. In sua poesia in sardo scriveva: “Custa est sa terra nostra, / ue su entu solopu, / che una falche de fogu, / mèssada sas / ispigas ruinzadas. / Làgrimana sos sulcos / sutta sos pedes nudos / de sos fizos ch’ispigan, / rumasos che runzinos, / peleados che burricos: / chie no messat, ispigat” (Trad. Questa è la nostra terra, / dove il vento del sud, / come una falce di fuoco, /miete le spighe arrugginite. / Piangono i solchi / sotto i piedi scalzi / dei nostri figli che spigolano, / magri come ronzini, / rassegnati come asini: /chi non può mietere, spigola).
Noi vorremmo (e lavoriamo) perchè quei tempi di miseria nera non tornino più nei nostri paesi. Per questo motivo abbiamo bisogno, come il pane, della scuola.
Siamo qui, pertanto, a chiederle con tutta la forza di trovare un accordo con la Regione Sardegna sul Piano di Dimensionamento scolastico 2020/2021 – ricordiamo che le autorità regionali avevano assicurato che nessuna scuola si sarebbe chiusa in Sardegna quest’anno – che salvaguardi l’esistenza delle scuole dell’infanzia di Bortigiadas e Nughedu San Nicolò.
Glielo chiediamo non tanto (o non solo) per il rispetto verso il nostro ruolo e l’impegno in queste lunghe settimane di gestione dell’emergenza da Covid19 abbiamo assciurato allo Stato che, come Lei, rappresentiamo, ma soprattutto per quei bambini che non vorremmo costringere a diventare pendolari a 3 anni o a privarsi di un servizio – benchè non ascrivibile alla scuola dell’obbligo – fondamentale per la crescita umana, civile e sociale delle nostre piccole comunità”. 
Tags: nughedu
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