Salvini prende a schiaffi Todde e Comandini, dice loro di darsi una mossa a rendere esecutivo il decreto Salva Casa del governo ma loro rispondono che l’autonomia è una cosa seria (quando e se funziona, in realtà), e che un ministro non può permettersi di fare ingerenze nella vita politica di una regione a statuto speciale come la Sardegna.
Solito copione, cambiando gli argomenti il risultato è lo stesso: il governo nazionale impugna o, come in questo caso sollecita, quello regionale usa l’argomento buono per tutte la stagioni e per tutte le legislature, quello dell’autonomia e del diritto ad autodeterminarsi e tutti gli slogan che ormai conosciamo a memoria.
I fatti. Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha scritto alla presidente Todde e al presidente del consiglio regionale della Sardegna, Piero Comandini, in merito allo schema di disegno di legge regionale per il riordino e il coordinamento della normativa edilizia e urbanistica.
Il provvedimento regionale mantiene inalterate le misure minime di abitabilità per i monolocali, non riconoscendo le novità introdotte dal decreto-legge “Salva Casa”: le nuove disposizioni nazionali, frutto anche di un proficuo e costruttivo confronto in sede parlamentare, hanno introdotto significative novità sul tema dei micro appartamenti e includono modifiche sulla superficie minima degli alloggi e sulla riduzione dei limiti di altezza da 2,70 a 2,40 metri.
Il ministro ha sottolineato che gli standard edilizi sono un livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, da garantire su tutto il territorio nazionale, non potendosi ammettere, su aspetti di primario rilievo sociale ed economico, una tutela frammentaria e diversificata della disciplina di settore.
Le ragioni del “Salva Casa” mirano a fornire risposte pragmatiche alle mutate esigenze sociali ed economiche, adeguando la disciplina edilizia e garantendo sicurezza e igiene degli edifici.
Queste misure nazionali offrono soluzioni abitative flessibili e a prezzi contenuti per giovani, lavoratori e famiglie monopersonali, anche in contesti urbani con costi proibitivi. Contribuiscono inoltre alla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, limitando il consumo di nuovo suolo.
Il ministro ha informato che il Ministero della Salute, con il supporto degli Uffici del MIT, sta aggiornando gli standard minimi di abitabilità per i mini appartamenti, tenendo conto delle nuove tecniche costruttive. Nelle more della finalizzazione di tale attività, le regole introdotte dal decreto-legge “Salva Casa” garantiscono per i micro appartamenti idonee condizioni igienico-sanitarie.
L’auspicio è che la Regione Sardegna possa garantire la piena operatività di queste innovazioni legislative anche sul territorio regionale.
Il MIT, inoltre, ha rinnovato la disponibilità dei propri uffici per eventuali interlocuzioni tecniche sul tema.
Tempo qualche ora e arriva la risposta a Salvini. Che è riuscita nella non scontata impresa di rimettere insieme Todde e Comandini con addirittura un comunicato congiunto.
“È molto grave che un ministro della Repubblica intervenga su un provvedimento regionale, tra l’altro ancora in itinere, facendo rilievi in materia di edilizia, dove la Sardegna ha competenza primaria. È un fatto senza precedenti, nessun esponente del governo nazionale ha cercato mai di interferire nella nostra storia autonomistica”, scrivono.
“Anziché studiare provvedimenti per cercare di arginare il caro-affitti, il rimedio che il Governo propone è quello di consentire l’abitabilità a dei veri e propri loculi in cui dovranno andare ad abitare le persone che non si possono permettere di pagare una casa degna di questo nome. Pensare che un locale di 20 metri quadri, alto 2,40 metri, possa essere equiparato a una dimora, è semplicemente una follia. Per questo la Regione e il Consiglio regionale sono intervenuti sulle norme del Salva Casa, per restituire dignità alle persone”, commenta la presidente della Regione, Alessandra Todde.
“Questo rilievo fatto dal Ministro – replica il presidente Comandini – è insussistente in quanto la Commissione consiliare, ha sostanzialmente recepito il principio, declinandolo meglio attraverso una disciplina di dettaglio più armonica al fine di consentirne la massima applicazione nei vari contesti regionali”.
“Le nostre città, i nostri paesi, sono pieni di case inutilizzate, anche nuove, il problema del consumo di suolo con ulteriori costruzioni non si pone. Così come non è una questione di nuove tecniche costruttive per la realizzazione dei micro-appartamenti: semplicemente 20 metri quadri non possono essere definiti ‘casa’, ma una stanza dove far stare letto, cucina e servizi igienici. Per intenderci, 20 mq sono equiparabili a un posto-auto”
“La Quarta Commissione – spiega Comandini – ha ritenuto opportuno di non recepire la disposizione. La Regione Sardegna essendo dotata di competenza primaria in materia di edilizia, è tenuta, in base allo Statuto di autonomia, al solo recepimento delle norme fondamentali delle riforme economico sociali e che in tale caso lo standard dimensionale minimo dell’alloggio monostanza non costituisce una norma fondamentale di riforma economico sociale”.










