Clamorose dimissioni del direttore Giovanni Maria Bellu a Sardinia Post. Un cambio della linea editoriale che (secondo Bellu) sarebbe stato imposto dall’editore Vincenzo Onorato della Tirrenia al direttore da sempre vicino alla sinistra provoca la bufera, con un editoriale di fuoco e la redazione che si riunisce in assemblea esprimendo la vicinanza. Questo il comunicato dei ragazzi di Sardinia Post: ” Oggi 15 ottobre 2018 il Direttore di Sardinia Post, Giovanni Maria Bellu, ha comunicato le proprie dimissioni. In seguito all’annuncio, la Redazione si è riunita in assemblea e ha deciso all’unanimità di stilare il documento che segue. I giornalisti di Sardinia Post esprimono vicinanza e solidarietà al Direttore Bellu che della testata è stato anche il fondatore. Pur non conoscendo i dettagli della vicenda che hanno portato il Direttore alle dimissioni, la lettura dell’editoriale firmato oggi da Bellu ci induce a esprimere preoccupazione: la Redazione riconosce che rientra nei poteri dell’Editore decidere l’indirizzo politico della Testata, ma ritiene con fermezza che ciò non possa e non debba avvenire in alcun caso a scapito delle regole fondamentali della professione, condizione indispensabile per conservare quel clima di rigore etico, serenità e collaborazione che ha contraddistinto il giornale sin dalla sua nascita, il 1° ottobre del 2012″.
Ma sono soprattutto le parole del direttore dimissionario Bellu a scatenare la polemica per un caso che nelle prossime ore finirà certamente all’attenzione anche dell’Ordine dei Giornalisti. Nel suo editoriale Bellu scrive: “La Sardegna è un laboratorio anche sul fronte del centrodestra. Nella spartizione tra le forze della coalizione, infatti, la nostra Isola è toccata proprio alla Lega di Matteo Salvini che ha designato come candidato governatore il segretario del Psd’Az, e senatore eletto dalla Lega, Christian Solinas. Non è ancora chiaro se la cosa andrà in porto. In tal caso si avrebbe il paradosso del segretario di un partito autonomista, sul filo dell’indipendentismo, e designato, a Roma, dal leader politico di una forza germogliata sul risentimento antimeridionalista del Nord, poi ha trasferito sugli immigrati. In effetti è davvero difficile individuare un legame di Matteo Salvini con la Sardegna, a parte la sua recente incriminazione per sequestro di persona.
Ecco, queste considerazioni, non possono più avere uno sviluppo nelle pagine di Sardinia Post. Anzi, questo ci è stato chiesto, avremmo dovuto – modificando la linea politico-editoriale – assumere un atteggiamento neutrale nei confronti di queste fantasmagoriche sperimentazioni politiche tra “sovranismo” e xenofobia. Ci siamo serenamente rifiutati di farlo. Credo che i nostri lettori lo apprezzino. Li saluto con affetto e riconoscenza per come, sempre più numerosi, ci hanno seguito”.











