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Sardegna, preti truffati da falsi restauratori: smantellata banda

di Valeria Putzolu
6 Marzo 2021
in cagliari, zapertura1

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Sardegna, preti truffati da falsi restauratori: smantellata banda
Preti truffati da falsi restauratori, smantellata una banda di origini rom. Sconosciuti per il fisco, avevano un tenore di vita molto alto: ristoranti, macchine di grosse cilindrate, vacanze, case; quattro delle persone arrestate avevano addirittura accesso al reddito di cittadinanza. A Radio CASTEDDU, Paolo Montorsi, Maggiore, Comandante del Nucleo Carabinieri per la tutela del patrimonio culturale di Cagliari.

I falsi restauratori che hanno ingannato tanti preti in Sardegna: “Ci sono stati episodi di estorsione nelle chiese, episodi di truffa, erano un gruppo di persone di etnia rom stanziali in Sardegna da parecchi anni e appartenenti alla stessa famiglia. Andavano in giro per tutta la Sardegna presentando false attestazioni, falsi biglietti da visita, false referenze e si presentavano come una qualificata ditta di restauro. Si trovavano nell’oristanese, a Cabras, e avevano un vero e proprio laboratorio non autorizzato per il restauro.  Andavano in giro per l’Isola, contattavano i parroci, i preti e si proponevano anche molto bene, facevano finta di conoscere il lavoro che dovevano fare. Ai religiosi proponevano un prezzo iniziale che era molto basso. Si presentavano ovviamente, la prima volta  da soli ma la seconda volta ritornavano in 2 o in 3, si verificava quindi una condizione di inferiorità e andavano anche da parroci molto anziani. Dicevano che il prezzo non era totale ma al pezzo, oppure che era aumentato per via della manodopera oppure dell’argento o dell’oro che avevano recuperato per fare le loro attività di restauro. Spesso e volentieri i preti, data la condizione, venivano minacciati di denuncia. 

Queste persone erano sconosciute per il fisco, avevano un tenore di vita molto alto: ristoranti, macchine di grosse cilindrate, vacanze, case; quattro delle persone arrestate avevano addirittura accesso al reddito di cittadinanza. Durante l’attività del 20 ottobre abbiamo eseguito, su ordine della procura della Repubblica di Oristano, 8 misure cautelari e anche dei sequestri preventivi di due abitazioni, un terreno, tutti i conti correnti e di fatto siamo riusciti a smantellare questa associazione.
Gli episodi che siamo riusciti ad accertare sono un centinaio”.
Tanti i temi trattati, tra i quali il caso degli antichi convogli, testimoni di un’epoca passata, sequestrati poche settimane fa in diverse località dell’isola.
“Il nostro comando è uno dei reparti specializzati dell’Arma dei Carabinieri che si occupa di investigazioni per la tutela del patrimonio culturale nazionale. Il comando nasce il 3 maggio del 1969, anticipando di un anno quella che, probabilmente, è una delle convenzioni internazionali più importanti per la tutela del patrimonio culturale, la convenzione UNESCO del’70,  che invita gli Stati membri a dotarsi di unità per tutelare il patrimonio culturale.
È una articolazione territoriale suddivisa in 16 nuclei che hanno una competenza regionale; quello di Cagliari ha competenza nel territorio della Sardegna e si occupa di tutte quelle indagini che coinvolgono gli autori dei reati ai danni del patrimonio culturale, di recuperare il nostro patrimonio trafugato, di controllare i siti archeologici e tutta la paesaggistica che è uno degli aspetti importanti per la nostra regione. La Sardegna ha circa 2 mila km di coste che sono, per la quasi totalità, tutelate dal punto di vista paesaggistico quindi qualsiasi persona fisica e giuridica, per poter costruire, ristrutturare in queste particolari zone, ha bisogno di tutta una serie di permessi rilasciati sia dalla Regione che dai Comuni a seguito dei pareri vincolanti della soprintendenza.
Ci occupiamo anche dei controlli dei sistemi di sicurezza dei musei, degli archivi, sempre per l’importanza del bene culturale che viene custodito e controlliamo il settore dell’antiquariato”.
Un lavoro particolareggiato, minuzioso e preciso al fine di porre fine al mercato illecito nero del nostro patrimonio culturale. La Sardegna ha un patrimonio archeologico vastissimo, sono migliaia i siti di epoca nuragica conosciuti, scoperti sino a oggi e, ogni giorno ne vengono scoperti di nuovi.
I treni antichi dimenticati è una vicenda che ha colpito molto l’opinione pubblica: “È stata eseguita il 23 febbraio, questa attività è stata molto importante perché  fatta in collaborazione con varie forze di polizia in seguito ad alcune notizie che aveva ricevuto il comando provinciale della Guardia di Finanza. Avevano ricevuto notizie sul cattivo stato di conservazione al parco rotabile nei vari depositi, quello più grande è di Monserrato, ma abbiamo sequestrato anche a Sassari Macomer, Mandas e Sorgono. Sono circa 70 i veicoli in questione, parliamo di locomotori e vagoni, littorine, veicoli importanti per loro costruzione e per l’importanza tecnico-scientifica, di valore storico e sono tutelati dai beni culturali.
Queste locomotive, vagoni, versavano in uno stato di conservazione pessimo e quindi la procura della Repubblica ha deciso di eseguire un’ispezione con un successivo decreto di sequestro dei beni culturali al fine di tutelarli. Il possessore o il detentore dei beni culturali è obbligato a  tenerli e a provvedere alla manutenzione in un certo modo, non certo ad abbandonarli.
I mezzi sequestrati sono più di 70, c’è un lavoro molto grosso che ancora dovrà essere proseguito, anche per valutare quali  saranno gli interventi conservativi da adottare dell’ente proprietario dello Stato per la tutela dei mezzi che verranno riconosciuti di interesse culturale. Le ferrovie sarde sono importanti, pochi di noi conoscono il valore ambientale e paesaggistico del cosiddetto trenino verde; questi percorrono degli scorci di territori che sono praticamente tra i più belli d’Italia, ma anche d’Europa, sulla  ferrovia chiamata a scartamento ridotto. Questi treni che sono stati sequestrati servono unicamente per transitare in queste ferrovie a scartamento ridotto, rarissimi, tre esemplari di littorine, che prendono nome dal fascio del littorio, che rappresentano  quello stile tipico del ventennio e sono uniche nel territorio nazionale.
Ci sono, poi, locomotive risalenti al 1850, dei vagoni che venivano utilizzati anche per il trasporto dei detenuti durante il periodo della Seconda Guerra Mondiale, di grande importanza storica, insomma”.
Risentite qui l’intervista a Paolo Montorsi del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
https://www.facebook.com/castedduonline/videos/922801375204172/
e scaricate gratuitamente l’APP di RADIO CASTEDDU
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