Ha avuto un impianto cerebrale in un centro specializzato per questa patologia sito in Montpellier, Francia, e da oramai 20 anni si reca con i familiari per i vari controlli e sostituzione peace maker.
In questo momento Cristian si trova in Francia con la sorella Manuela per il ricovero.
Domenica 16 maggio, dopo un mese di attesa per la conferma della partenza da parte della compagnia aerea per l’assistenza carrozzina, sono riusciti a partire. L’itinerario è: Cagliari/Roma Roma/Parigi e Parigi/Montpellier. Il primo volo è alle 10:55 “e tutto è andato bene, secondo volo ci portano al gate per tempo e vediamo scendere dall’aereo, che poi doveva ripartire con noi per Parigi, non tantissimi passeggeri. Ad un certo punto vediamo arrivare il responsabile dello scalo che ci dice che la carrozzina non può essere imbarcata perché non entra in stiva.
Hanno provato a prendere le misure di altezze, larghezze e profondità, che erano comunque state richieste dalla stessa compagnia prima dell’ok per emettere il biglietto, ci hanno chiesto se potevano inclinare la carrozzina ma logicamente non si poteva perché è un pezzo unico con batteria a gel quindi e ci lasciavano a terra.
La nostra domanda logicamente è stata: perché questo problema se, dopo un mese di attesa, è stato confermato il volo? La risposta è stata che avevano cambiato l’aeromobile e quindi la stiva è più piccola.
Il tutto è stato deciso alcuni giorni prima senza che si preoccupassero di avvisare ne l’agenzia ne tantomeno noi passeggeri.
Abbiamo cercato varie possibilità per trovare altri voli per arrivare in giornata o comunque in nottata a Montpellier dove mi aspettavano per il ricovero ma nessuna soluzione era plausibile.
Alla fine ci hanno fatto perdere il volo e ci hanno imbarcati per Parigi col volo successivo alle 19:55 con la promessa che ci avrebbero cercato un albergo confortevole a Parigi e poi avrebbero provveduto a farci imbarcare il lunedì mattina col primo volo per Montpellier delle 08:05.
Ci siamo dovuti fidare delle parole del caposcalo e abbiamo accettato dopo aver avvisato l’ospedale di tale disagio, oltretutto perché c’era il problema trasporto dall’aeroporto all’ospedale e, il problema ancora più importante, il tampone effettuato a Cagliari il 14 che scadeva il 16 notte.
Risolto il problema trasporto e tampone, ci hanno ristorati e fatto attendere il volo per Parigi.
Arrivati a Parigi alle 22, circa dopo un’ora di vai e vieni per fare il tampone, che alla fine non ci hanno fatto,
ci hanno portati in un albergo dentro l’aeroporto che praticamente usano per l’equipaggio e i clienti che perdono i voli a causa delle compagnie.
Arriviamo in camera stremati alle 24 con un cestino ristoro per la cena e qui la sorpresa: la camera normale senza bagno disabili.
Il letto era abbastanza alto e difficile da raggiungere con la paura di cadere.
Era stata chiesta una stanza disabili in modo che per quanto difficoltoso avremmo potuto fare tutto ciò che è necessario per la toilette e doccia in totale sicurezza.
Abbiamo dormito appena tre ore e mezzo per doverci alzare alle 4:50 e prepararci per tempo, dato che gli assistenti sarebbero arrivati alle 6:05″.
Impossibile fare la doccia, però, “solo la faccia e i denti mentre il resto con le salviettine perché’ la doccia era inaccessibile.
Gli assistenti sono arrivati alle 06:35, un’ora di camminata a piedi da una parte all’altra dell’aeroporto fino ad imbarcarci per giungere a Montpellier lunedì mattina alle 9:25.
Abbiamo fortunatamente trovato ad aspettarci all’uscita il trasporto prenotato dalla compagnia e siamo stati portati finalmente all’ospedale.
Questo è quanto è successo questa volta.
Possibile che i trasporti vadano sempre peggio e noi disabili mai tutelati in modo efficiente? È vergognoso, umiliante e inaccettabile che nel 2021 ci sia ancora tanta mancanza di rispetto nei confronti dei più svantaggiati”.
Anche per il viaggio di rientro ci sarebbero problemi, la compagnia ha modificato gli orari concordati e ingenti sono le spese aggiuntive.
Risentite qui l’intervista del direttore Jacopo Norfo e di Paolo Rapeanu
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