Capita spesso, ma non dovrebbe capitare. La Regione stanzia un tot per gli esami per chi, o perché è bisognoso o perché ha l’esenzione, può sottoporti agli esami nel laboratori privati convenzionati a costo zero. Ma il budget è nuovamente finito, e pian piano i centri di analisi stanno piazzando i cartelli con gli avvisi. E siamo solo a metà mese, se uno non ha possibilità di pagare può solo attendere novembre. La foto sta rimbalzando su vari gruppi Fb sardi dedicati alla sanità, tra cui quello della Class action campagna vaccinale Sardegna. La rabbia è tanta perché, chi non ha soldi, deve attendere e convivere, andando bene, con l’ansia di avere chissà quale patologia o problema di salute.
Budget sanità convenzionata e non praticamente inesistente, e le liste di attesa per le prestazioni sanitarie sono ormai diventate di 3 mesi e piú”, racconta Fernando Mameli di Quartu Sant’Elena. Una giovane del Sulcis, Alessandra Multineddu, porta una testimonianza molto precisa: “A Carbonia i laboratori di analisi pubblici, dall’inizio della pandemia, non effettuano analisi ai pazienti esterni agli ospedali, tranne che durante brevi periodi di apertura agli esterni che si succedono sporadicamente. I laboratori di analisi privati, quando va bene, accettano solo 80 pazienti al giorno in regime di convenzione, la fila inizia fin dalle ore 4 del mattino e intorno alle otto, in genere, il budget è finito, si rimanda tutti al giorno dopo. Quando va male espongono cartelli simili a quello che vedo nel post. Sesso discorso per gli studi radiologici privati o per visite specialistiche pubbliche, perchè in ospedale non accettano esterni fin dall’inizio della pandemia, anche durante il picco della pandemia, effettuavano ecografie agli esterni solo con la procedura intramoenia, i tempi di attesa sono sempre lunghi, da un minimo di 3 settimane fino a 6 mesi, nei poliambulatori della Asl, in genere e per quasi tutte le specialità, i tempi di attesa sono biblici, dai 5/6 mesi ai due anni. Ovviamente è inaccettabile”, prosegue, “considerando che, nella maggior parte dei casi dovendo effettuare delle analisi, si tratta di persone che proprio proprio bene non si sentono. Va bene che si tratta di pazienti, ma la pazienza qui è finita”.











