Obbligare i soggetti che si occupano di offrire vitto, alloggio e attività per gli immigrati a rendicontare tutte le spese effettivamente sostenute e non avere rimborsi forfettari solo in base al numero di persone a carico e in base ai giorni di permanenza nelle strutture.
È questo l’obiettivo della Proposta di legge di iniziativa regionale presentata stamane alla stampa dal primo firmatario Paolo Truzzu, Consigliere regionale di Fratelli d’Italia, assieme ai colleghi Stefano Tunis e Ignazio Locci di Forza Italia. Alla conferenza stampa era presente anche Giovanni Donzelli, capogruppo al consiglio regionale della Toscana del movimento di Giorgia Meloni e primo promotore dell’iniziativa a livello nazionale.
“La Sardegna è la seconda regione che presenta la proposta di legge che intende rafforzare il quadro normativo di riferimento, fermo al decreto legge 451 del 1995 anno dell’emergenza in Puglia. In base a quella norma, la prefettura affida in emergenza gli immigrati arrivati in Italia alle varie cooperative o associazioni”, ha spiegato Truzzu. “Chiediamo l’introduzione a carico delle strutture private che ospitano gli immigrati dell’onere di rendicontazione puntuale e dettagliata delle spese effettuate, come avviene per tutti gli altri soggetti che utilizzano fondi pubblici. Il rimborso dovrà, quindi, essere limitato a quelle spese effettivamente documentate e sostenute e non più forfettario pro-capite e pro-die, commisurato alla sola presenza dei migranti nelle strutture allestite per l’accoglienza”.
“Ammontano a 4 miliardi di euro lo stanziamento previsto per gestire l’accoglienza in Italia – ha aggiunto Donzelli – e la metà di questi soldi è destinato ai soggetti privati. È assurdo che questo sistema non preveda fatture, scontrini, nessun dettaglio di spese che giustifichi come i soldi pubblici vengono utilizzati dalle cooperative. Con i fondi si devono garantire abiti, vito e alloggio dignitosi, ma senza una rendicontazione non sappiamo se questi servizi arrivano effettivamente agli immigrati o le persone vengono lasciate vivere in condizioni disumane”.
“Non è un provvedimento contro le coop – ha voluto precisare Tunis – anzi è nel loro interesse, perché alzando il controllo si alza il livello etico e di trasparenza, al di là di ogni sospetto, favorendo la corretta accoglienza delle tante persone che arrivano anche in Sardegna, sempre più terra di confine”. “L’obbligo di rendicontazione è imposto alle pubbliche amministrazioni che ospitano immigrati – ha precisato Locci – non si capisce, perciò, perché invece si deroghi questo onere ai soggetti privati”.
Oltre che da Fratelli d’Italia la proposta di legge ha avuto il sostegno di Forza Italia, il cui coordinatore regionale, Ugo Cappellacci, ha voluto sottolineare come “a differenza del Governo nazionale e della Giunta regionale, passivi di fronte ai continui sbarchi e all’emergenza immigrati, l’opposizione si muova, non cavalcando la protesta, ma con proposte concrete, per affrontare seriamente un problema serio che rischia di mettere in pericolo la pace sociale se non adeguatamente gestito”. “Un iter accelerato alla proposta” è stato assicurato da Pietro Pittalis, capogruppo di FI in consiglio regionale e presente alla conferenza stampa.
La proposta di legge è partita dalle Regioni per poi essere presentata e votata in Parlamento per diventare effettiva. I promotori hanno scelto questo passaggio per sensibilizzare le realtà locali e “stanare chi non vuole la rendicontazione delle spese e presto partirà anche una raccolta di firme per coinvolgere anche la popolazione – ha concluso Truzzu – perché se ciò non accade si rischia che si ripetano episodi come quelli avvenuti di recente a Burcei e Monastir”.











