Sardegna e Sicilia, porte d’Europa per i migranti tra speranza e morte

Aumentano in Sardegna gli sbarchi dal Nord Africa. Ieri la tragedia a Lampedusa, in Sicilia, dove un barcone di 500 migranti è naufragato.


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Sono occhi pieni di speranza, mani tremolanti e corpi debolissimi. Le loro labbra non accennano sorrisi: c’è la tristezza di essere lontani da casa o il dolore di aver perso i propri cari in mare. In quelle acque che li separano da una vita vera, adesso c’è un cimitero sommerso.

I migranti cercano un’esistenza serena, umile, ma migliore di quella a cui si vedono destinati. S’imbarcano, utilizzano i pochi risparmi per salire a bordo d’imbarcazioni in cui ogni corpo occupa vero e proprio spazio vitale, nel quale, la maggior parte delle volte, è possibile soltanto stare in piedi.

E senza differenza d’età: adulti o bambini sperano soltanto di arrivare sani e salvi e di arrivare in un mondo diverso, dove trovare dignità. E se ciò è accaduto fino alla scorsa settimana in Sardegna, quando dal Nord Africa sono arrivate otto persone tra cui un minorenne, a Lampedusa (Agrigento), si è verificata la tragedia. E non ha precedenti, per numero di vittime e dinamica dei fatti.

Ben cinquecento migranti, tra eritrei, ghanesi e somali, hanno infatti prima attraversato il deserto, poi si sono imbarcati per il viaggio della speranza.

Ma il loro barcone, quando sembrava quasi fatta, è stato avvolto dalle fiamme. hanno tentato di fare un fuoco per avvisare della loro presenza, ma poi è successo l’imprevedibile. Una ecatombe: i migranti sono morti ustionati, altri si sono gettati in mare e sono annegati.

Quelli salvati ammontano invece a 155. I cadaveri recuperati nel corso dell’attività di salvataggio da parte della guardia costiera, dei sommozzatori dei vigili del fuoco, carabinieri, polizia e pescherecci, sono ormai più di cento. Ma il bilancio potrebbe aggravarsi ed essere più che terribile.