La Sardegna fa boom e ritrova il numero di turisti del 2019, l’ultimo anno prima della pandemia del Covid. Più di sei milioni di arrivi nei primi nove mesi dell’anno, presenze stimate tra 14 e 15 milioni di persone, con una buona fetta di vacanzieri stranieri, che hanno alloggiato nelle strutture ricettive sarde. I dati sono stati snocciolati dall’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa, che ha convocato gli stati generali della categoria (imprenditori e titolari di alberghi) a Cagliari, parlando di una “stagione ottima” e lodando soprattutto i tanti eventi sportivi internazionali che hanno richiamato, nell’Isola, molti appassionati. Eventi e appuntamenti che proseguiranno anche nei prossimi mesi e nel 2023, con la speranza di non avere più a che fare con limitazioni e restrizioni. Sorridono, solo a metà, anche gli operatori, soprattutto chi gestisce uno o più alberghi. La primavera e gran parte dell’estate sono andate bene, ma c’è da chiudere un anno segnato dall’aumento pazzo di tutti i prezzi e delle bollette.
“Abbiamo vissuto una stagione, quella estiva, trionfale, ma il caro bollette ci costringe ad un finale anticipato”, spiega, a Casteddu Online, il presidente sardo di Federalberghi, Paolo Manca. “Molte strutture chiuderanno il 30 settembre, non possono restare aperte anche in autunno e riuscire a sopportare simili costi”. Insomma, lo spazio per un risvolto amaro, purtroppo, c’è tutto: “E, in vista del 2023, chiediamo certezze sui voli. Volotea e Ita hanno viaggiato senza compensazioni in estate ed eravamo tranquilli, i problemi arriveranno invece con la stagione invernale. Non tutti i turisti prenotano sottodata, soprattutto gli stranieri vogliono avere certezze già a gennaio e febbraio per le loro vacanze estive. Serve, quanto prima, il nuovo bando della Regione”.











