Un vento di cambiamento soffia su Sant’Elia. Con un finanziamento da 13,5 milioni di euro, il quartiere simbolo della città si appresta a vivere una vera e propria rivoluzione urbana. L’annuncio, affidato alla pagina Facebook del sindaco Massimo Zedda, ha acceso i riflettori su un progetto ambizioso che mira a cancellare anni di degrado, ma ha anche innescato un vivace dibattito che esce dai confini del rione, toccando i nervi scoperti di tutta Cagliari.
I lavori: bonifiche e nuovi spazi
L’intervento è mastodontico: dopo il rifacimento dei sottoservizi, il piano prevede l’abbattimento delle strutture abusive, la bonifica ambientale dei complessi edilizi Del Favero e Lame, e la creazione di nuovi polmoni verdi. Un’opera di “rigenerazione urbana” a tutto tondo, che punta a restituire decoro e vivibilità a una delle zone più complesse del capoluogo sardo. L’entusiasmo dell’amministrazione è palpabile, con l’obiettivo dichiarato di trasformare Sant’Elia in un modello di rinascita.
Il dibattito: “Bravo sindaco” contro l’urgenza quotidiana
Come spesso accade sui social, la notizia ha funzionato da detonatore per le reazioni dei cittadini. Accanto ai messaggi di sostegno, come i classici “Bravo sindaco, finalmente”, si sono levate voci critiche che allargano lo sguardo all’intera situazione cittadina.
C’è chi guarda al futuro, sottolineando che “senza lo stadio nuovo e il palazzetto nuovo non si partirà mai…”, legando indissolubilmente il destino del quartiere alle grandi opere infrastrutturali sportive.
Ma la maggior parte dei commenti sposta l’attenzione sulle emergenze quotidiane, come il caso del manto stradale, ad esempio. Le lamentele sono un coro unanime che attraversa tutti i rioni, dal Poetto a Sant’Avendrace. “Spero siano rattoppate le strade, sono piene di voragini…”, scrive un utente, evidenziando le difficoltà per chi, come lui, ha un familiare disabile e fatica a uscire di casa. Un altro, più esasperato, sbotta: “Ma ci vuole lasciare… in pace con tutti questi cantieri? Perché non pensa a sistemare la rete stradale, che fa letteralmente schifo!”.
La richiesta: “Finite i cantieri abbandonati”
Oltre ai rattoppi, emerge con forza la richiesta di coerenza. Diversi residenti puntano il dito contro i cantieri già aperti e poi misteriosamente interrotti. Un commento in particolare riassume il sentimento di molti: “Sant’Avendrace appare e scompare dai progetti per lavori del Comune. […] non sarebbe più logico finire i cantieri abbandonati prima di iniziarne di nuovi?”.
La sensazione è che l’entusiasmo per i futuri lavori di Sant’Elia si scontri con l’amarezza per le opere incompiute, come l’ex scuola Alagon trasformata in “centrale di spaccio ed immondezzaio” e via Abruzzi al buio.
La risposta del sindaco: appalti e manutenzione nel 2026
Il sindaco Zedda, nel suo post, ha in parte già risposto a queste preoccupazioni, fornendo un orizzonte temporale preciso che tocca l’intera città: “Nei primi mesi del 2026”, ha assicurato, “non appena aggiudicheremo i nuovi appalti, saremo in grado di riqualificare varie aree sprovviste di strade, marciapiedi, illuminazione pubblica e spazi verdi, e, allo stesso tempo, manutenere l’esistente in tutti i quartieri della città”.
Una promessa che però non placa del tutto gli animi. I cittadini chiedono risposte immediate sull’ordinaria, urgente amministrazione. Il progetto di rigenerazione urbana è un passo coraggioso, ma la sfida per l’amministrazione è ora quella di gestire le aspettative e le frustrazioni di una Cagliari che vuole rinascere, un cantiere alla volta, senza lasciare indietro nessuno.










