Diciassette traccas, 2.800 persone in abito tradizionale, 32 gruppi di cavalieri, 56 miliziani, 80 suonatori di launeddas. Sono i numeri – imponenti – della processione del 1° maggio, momento centrale della 369ª Festa di Sant’Efisio, che trasforma ogni anno Cagliari in una capitale della devozione popolare sarda.
Una sfilata solenne e colorata che coinvolge decine di comunità da tutta l’isola, con devoti a piedi, cavalli, costumi, musiche e simboli identitari di ogni subregione. Una celebrazione che ha radici antiche, ma che ogni anno si rinnova, confermandosi come una delle manifestazioni religiose più sentite e partecipate della Sardegna.
Il corteo partirà come da tradizione dalla chiesa di Stampace, dove il cocchio dorato del Santo inizierà il lungo pellegrinaggio verso Nora. Migliaia di fedeli lo accompagneranno o lo attenderanno lungo il percorso, fino al rientro previsto il 4 maggio, entro la mezzanotte, quando verrà sciolto il voto che ogni anno rinnova la promessa fatta nel 1656 per ottenere la fine della peste.
Il sindaco di Cagliari, Massimo Zedda, ha ricordato come dietro la festa ci sia una macchina organizzativa in moto da mesi: “Dalle tribune all’accoglienza dei gruppi folk, dalla logistica agli eventi collaterali, il Comune è impegnato su tutti i fronti. È una festa religiosa, certo, ma anche un’occasione per mostrare a cittadini e visitatori la bellezza e la ricchezza delle nostre tradizioni”.
E non è solo folklore. Dal 26 aprile al 4 maggio, la città si anima con un fitto programma di eventi culturali e musicali. Il via sabato 26 con l’inaugurazione, al Museo Etnografico sardo di piazza Arsenale, di due mostre: una dedicata agli strumenti musicali tradizionali della Collezione Don Giovanni Dore, l’altra alla gioielleria sacra della Collezione Regionale Luigi Cocco. A seguire, una lezione aperta di Marco Lutzu, docente di etnomusicologia, che introdurrà il pubblico alla musica tradizionale sarda.
Il 30 aprile, in piazza del Carmine, saliranno sul palco i Sa Ratapignata, storica band cagliaritana che torna a esibirsi con il suo mix di suoni, ritmi e testi in lingua sarda.
Il primo maggio, nel pomeriggio, la piazza ospiterà invece la “Festa della tradizione”, con 24 gruppi folkloristici, il maestro di launeddas Luigi Lai e tanti altri artisti. In apertura, la consegna della targa “Toson d’oro di Sant’Efisio” al professor Lutzu.
Dal 2 al 4 maggio, gli appuntamenti si spostano nel Palazzo Civico di via Roma. Il 2, spazio ai canti popolari femminili della tradizione orale. Il 3, il canto a tenore e a cuncordu, patrimonio musicale riconosciuto anche dall’UNESCO. Il 4, in attesa del ritorno del Santo, le corali si esibiranno in un grande concerto tra sacro e profano lungo le vie della processione.
Presenti alla conferenza stampa di presentazione, tra gli altri, l’assessora alla Cultura Maria Francesca Chiappe, il direttore artistico Ottavio Nieddu, l’Alter Nos Marzia Cilloccu, il presidente dell’Arciconfraternita Andrea Loi e monsignor Ferdinando Caschili, che ha sottolineato come “la festa di Sant’Efisio è una festa di cammino, in linea con il messaggio del prossimo Giubileo: ‘Pellegrini di speranza’”.
Tutto pronto, dunque. A Cagliari si riaccende la devozione, con una festa che continua a raccontare l’identità di un popolo attraverso i suoi gesti più autentici.