La mobilitazione dei lavoratori della sanità privata arriva a un punto critico: sei anni senza rinnovo contrattuale per il comparto sanitario e tredici per le RSA. La UIL FPL lancia l’allarme e chiede un intervento immediato delle istituzioni regionali. Sanità Privata: lavoratori in sciopero per rivendicare diritti e un contratto dignitoso. Guido Sarritzu (UIL FPL): “Inaccettabile il mancato rinnovo del contratto. Le lavoratrici e i lavoratori della sanità privata meritano rispetto e valorizzazione”. Uno sciopero necessario per denunciare una situazione ormai insostenibile: il mancato rinnovo dei Contratti Collettivi Nazionali AIOP e ARIS, fermi da sei anni per il comparto sanitario e addirittura da tredici anni per le RSA. Una condizione che colpisce duramente migliaia di professionisti che operano nelle strutture private accreditate, spesso in contesti difficili e con elevata responsabilità. “È una vergogna che il personale della sanità privata sia ancora senza contratto, nonostante l’impegno quotidiano, spesso in condizioni complesse e con la stessa responsabilità della sanità pubblica”, denuncia Guido Sarritzu, UIL FPL. “Si tratta di lavoratrici e lavoratori dimenticati, sfruttati, che tengono in piedi intere strutture accreditate senza il giusto riconoscimento economico e professionale”. Le richieste della UIL FPL: Rinnovo immediato del CCNL AIOP e ARIS Sanità Privata, fermo da sei anni, e del CCNL AIOP RSA, bloccato da tredici anni. Migliori condizioni di lavoro, adeguamento delle retribuzioni, valorizzazione delle competenze e dei profili professionali. Maggiore stabilità occupazionale e reale attenzione alla sicurezza sul lavoro.Una richiesta chiara alla Regione Sardegna: “Chiediamo con forza – prosegue Sarritzu – l’immediata apertura di un tavolo di confronto permanente tra AIOP, l’Assessorato Regionale della Sanità e le Organizzazioni Sindacali, per affrontare anche i nodi strutturali del sistema regionale.” Tra le priorità: La revisione delle dotazioni organiche minime, per garantire assistenza sicura e di qualità;
Rivedere i criteri di accreditamento delle strutture sanitarie private; La definizione di un accordo decentrato regionale, con meccanismi premiali per i lavoratori in caso di incrementi di budget o extra budget stanziati dalla Regione per le strutture accreditate. “In Sardegna, questi lavoratori suppliscono quotidianamente alle carenze della sanità pubblica, garantendo servizi e continuità assistenziale. Eppure vengono trattati come professionisti di serie B. È arrivato il momento di dire BASTA, occorre una svolta politica e istituzionale, con risposte immediate e concrete”, conclude Sarritzu.











