Sanità in Sardegna, lo sfogo del sindaco di Nuoro: “Personale ridotto all’osso, appena 6 medici in Malattie Infettive”

“Non va bene che si sia costretti a trasferire il delicatissimo reparto di Oncologia al terzo piano, con conseguenti problemi sui pazienti e sulla logistica. Non vanno bene la sospensione e il rinvio delle visite specialistiche e delle cure urgenti dei pazienti affetti da altre e gravi patologie, da cui scaturiscono inevitabili e ulteriori emergenze”


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Sanità in Sardegna, lo sfogo del sindaco di Nuoro: “Personale ridotto all’osso, appena 6 medici in Malattie Infettive”. Il sindaco Andrea Soddu interviene sulle criticità del sistema sanitario cittadino.

«Dall’inizio dell’emergenza sanitaria non mi sono mai lasciato andare a polemiche che non avrebbero portato altro che sterili attestazioni di posizione e controproducenti personalismi che non avrebbero fatto altro che aggravare la situazione e rallentare il processo di individuazione di soluzioni ai problemi complessi e urgenti.

Come sindaco ho sempre chiesto con forza, questo sì, che la tutela della salute dei cittadini, di tutti i cittadini, fosse sempre messa al primo posto e fosse l’unico faro dell’azione politica. Per questo non posso condividere né accettare l’affermazione secondo cui l’attuale condizione sanitaria cittadina sia sotto controllo e che tutto proceda secondo i piani, ovvero, che tutto vada bene.

Il quadro raffigurato dalla Regione, se i reparti Covid degli ospedali sono arrivati alla saturazione e il pronto soccorso viene trasformato in reparto, non corrisponde alla realtà. Non va bene per i pazienti e perché condiziona la logistica necessaria, finalizzata alla separazione degli accessi dell’utenza del pronto soccorso, in pazienti Covid e ordinari.

Non va bene nemmeno che i pazienti e gli operatori che li trasferiscono sulle ambulanze del 118 e delle associazioni di volontariato siano costretti ad attese interminabili fuori dal San Francesco.

Non va bene che si sia costretti a trasferire il delicatissimo reparto di Oncologia al terzo piano, con conseguenti problemi sui pazienti e sulla logistica. Non vanno bene la sospensione e il rinvio delle visite specialistiche e delle cure urgenti dei pazienti affetti da altre e gravi patologie, da cui scaturiscono inevitabili e ulteriori emergenze.

Non va bene che tutto il personale sanitario sia ridotto all’osso e che quello presente sia sfiancato da turni massacranti. Non va bene che la trasmissione dei dati, elemento imprescindibile alla definizione esatta della misura del problema, debba essere pretesa dal sindaco con un’ordinanza. Non va bene che a Nuoro non sia stato ancora destinato nessun medico per tamponare le gravi carenze di organico, che si debba invocare il supporto della sanità militare e che l’ospedale da campo allestito da un mese sia ancora inutilizzato.

Cito solo un esempio, emblematico della situazione che si sta vivendo in queste ore al San Francesco. Un reparto come Malattie infettive non può avere in servizio effettivo solo 6 medici a fronte degli oltre 30 pazienti attualmente ricoverati. Ne servirebbero almeno il triplo per poter continuare ad assicurare un’adeguata assistenza ai degenti, garantendo allo stesso la sicurezza degli operatori. Se non si interviene subito la conseguenza non potrà che essere un taglio drastico dei posti letto disponibili. Ecco, se si pensa solo a questo, non va propriamente tutto bene.

Contenere gli effetti della pandemia significa, necessariamente, approntare un piano di intervento di sistema che, muovendo dall’analisi del quadro, passando per la definizione del fabbisogno e la quantificazione delle forze in campo, individui soluzioni attuabili. Per la politica non è il momento di discutere su chi abbia sbagliato consentendo le aperture delle discoteche. Per questo ci sarà tempo e modo. La politica ora è chiamata a prendere provvedimenti immediati, non più rimandabili», scrive in una nota il sindaco nuorese.

 


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