
Sanità e trasporti. Ovvero, i due pilastri su cui si può costruire il futuro o far piombare la Sardegna in una situazione di disagio e sofferenza ancora più forte di quanto già lo sia. Due settori che richiedono eccellenze alla guida, forti competenze tecniche, visioni strategiche e capacità di programmazione per lasciare una traccia da seguire nel futuro. Invece, nel chiudere il cerchio del suo Solinas bis dopo un anno di annunci e trattative e dimissioni, con una giunta ufficializzata in piena notte e presentata questa mattina, il governatore proprio nei due settori più importanti ha fatto scelte esclusivamente politiche, e tutte interne al suo partito.
Nulla a che vedere con l’urgenza di eccellenze, insomma. Intanto, Sanità e Trasporti sono stati portati entrambi in casa Quattro Mori. La sanità è andata a Carlo Doria, fedelissimo di Solinas, bocciatissimo alle elezioni politiche dove si era presentato come candidato al Senato e dunque riciclato in giunta, proprio in quanto amico del presidente, a guidare per 15 mesi un settore che vede tutti in rivolta: sindacati, medici, operatori sanitari. Con i Trasporti è pure peggio: Solinas si è arreso al pressing del presidente sardista Antonio Moro con cui i rapporti sono molto più che tesi ormai da tanto. E così, per il quieto vivere e visto che si avvicina a grandi passi l’appuntamento elettorale delle regionali a febbraio 2024, almeno gli equilibri interni era probabilmente indispensabile garantirli, per non avere nemici in casa insomma, come raccontano i bene informati. Poco conta se il disastro dei trasporti è il più terribile di sempre: non si vola, se si vola serve un mutuo, persino navi non ce ne sono, non c’è programmazione, solo rattoppi. Eppure, Solinas ha ritenuto utile affidarlo in corsa a chi, come per la Sanità, non se ne è mai occupato.
Ancora peggio il fatto che a spianare la strada alla maggioranza ci pensa l’opposizione. Con un centrosinistra inesistente, inconcludente e distratto.