“Salviamo le imprese turistiche: i cassintegrati al lavoro negli alberghi e nei ristoranti della Sardegna”

L’idea di Confesercenti Cagliari per salvare le imprese turistiche e culturali per l’estate 2020: “Ci rendiamo conto che si tratta di una proposta di stravolgimento del diritto dei lavoratori. Ma così le aziende, sgravate dagli onerosi costi del personale, potrebbero limitare i danni del distanziamento sociale e abbassare i prezzi”


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I cassintegrati al lavoro nei bar, nei ristoranti e negli alberghi della Sardegna. La proposta è di Confesercenti Cagliari per salvare le imprese turistiche e culturali per l’estate 2020.
“Pensiamo che, in una condizione talmente straordinaria, debbano essere posti in essere provvedimenti che vadano al di là degli schemi finora utilizzati in materia di diritto del lavoro e sindacale, il cui unico scopo è quello di raggiungere l’obiettivo di aiutare a tenere in piedi un comparto strategico, che diversamente verrebbe devastato”, scrive Marco Medda, “nel dettaglio, proponiamo che tutto il personale che attualmente si trova in cassa integrazione guadagni, possa rientrare a lavoro nel settore turistico, della cultura e dello spettacolo e che i fondi previsti per la Cassa Integrazione vengano trasformati in “contributo al lavoro”, per un periodo temporale limitato fino al superamento della normativa relativa al distanziamento sociale.
Le imprese turistiche (tra le quali si annoverano tutto il settore alberghiero e quello della ristorazione e dei pubblici esercizi) potrebbero, sgravate dagli onerosi costi del personale, fare fronte ai dettami del distanziamento sociale, rimodulando i listini dei prezzi in modo da allargare a una più ampia platea di clienti i propri servizi, sfruttando, in particolare il turismo interno, che, solitamente ha dei budget per le vacanze più contenuti, con una permanenza media in vacanza minore rispetto a altri consumatori. Con questa modalità potrebbero essere rimodulati anche alcuni eventi con distanziamento sociale, legati anche a matrimoni e eventi simili, in quanto, il contenimento dei costi permetterebbe alla azienda di rimodulare la sua offerta di accoglienza utilizzando lo stesso numero di dipendenti, così come, teatri, cinema e tutta l’offerta culturale potrebbe tranquillamente dimezzare i suoi ospiti, in quanto i costi di gestione, senza quello del personale, assumono una diversa sostenibilità. Ci rendiamo conto che si tratta di una proposta di stravolgimento di tutto ciò che fino a oggi è stato il diritto dei lavoratori, ma intanto proponiamo che venga applicata esclusivamente ai settori che abbiamo citato, per un tempo limitato, considerato che tali normative sono state tarate nei decenni per situazioni sociali ed economiche che l’emergenza sanitaria ha completamente annullato. Queste misure straordinarie sono proposte esclusivamente con l’intento di salvare le imprese con tutti i loro posti di lavoro che diversamente, rischiamo di perdere con tutto il loro patrimonio culturale e industriale. Oltretutto, si tratta di una proposta “a saldo zero” per lo Stato, in quanto si utilizzerebbero i fondi già in essere a sostegno dei lavoratori”.


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