Scoppia in lacrime quasi subito, durante la diretta esclusiva di Cagliari Online, Roberta Zedda: 45 ani, disoccupata, “ma nella vita ho lavorato come lavapiatti”, due figli, “uno ha solo due anni” e un marito che si arrangia “facendo qualche lavoretto come muratore”. Vivono da qualche anno nella case di via Puglia 4 a Cagliari, quelle finite al centro di un sequestro per motivi che, però, non riguardano chi ci vive. Lo sfratto odierno è stato evitato, prossimo “round” il quattro dicembre. Ma i tentativi per andarsene da un’altra parte, bussando al Comune, la 45enne li ha fatti: “Sono stata dalle assistenti sociali, le graduatorie delle case sono bloccate”.
“Ho solo una cognata che potrebbe aiutarci, ma anche lei ha i suoi problemi”, dice, singhiozzando, la Zedda, “se perdo la casa qui finirò in strada con mio marito e miei due figli. Sindaco Zedda, perché per te esistiamo solo quando si tratta di avere voti e poi, nel momento della necessità, diventiamo fantasmi? Siamo venuti a chiederti un incontro, non ci hai mai ricevuto”.












