Dodici commissari, scelti dall’albo nazionale dei direttori generali, tecnici di alto profilo, che andranno a capo delle Asl e degli ospedali dopo l’azzeramento degli attuali vertici deciso dall’assessore della Sanità Armando Bartolazzi per dare alla sanità sarda la scossa di cui ha disperatamente, e urgentemente, bisogno. La cura dell’assessore-oncologo ha un obiettivo prioritario: smarcare il più possibile la sanità e la sua gestione dalla politica che l’ha ridotta al disastro che tutti i sardi purtroppo vivono sulla propria pelle. Meno politica più sanità, dunque: l’azzeramento degli attuali vertici è contenuto in un disegno di legge che sta per arrivare in commissione e che subito dopo approderà in consiglio regionale. Poi, la nomina dei commissari per sei mesi, che a quanto si apprende saranno scelti dall’albo nazionale dei direttori generali in quanto profili alti e qualificati, ma che saranno probabilmente sardi, e infine la nomina dei nuovi dg che, se i tempi saranno rispettati, avranno davanti quattro anni per rimettere in piedi la sgangherata e disastrata sanità sarda.
Il disegno di legge è già stato anticipato agli esponenti dei partiti di coalizione e sarà presentato in queste ore ai capigruppo di maggioranza. Le regole d’ingaggio sono molto chiare: decide Bartolazzi, che non vuole interferenze della politica in modo da provare a gestire il più tecnicamente e laicamente possibile il passaggio verso quelli che poi saranno i nuovi direttori generali. Una cura choc, insomma, che sembra davvero essere l’unico modo per provare a ribaltare la situazione della sanità in Sardegna, di cui peraltro tutti si lamentano chiedendo appunto alla politica di intervenire in modo decisivo e risolutivo.
Ma la linea Bartolazzi sta già provocando malumori in maggioranza, proprio perché i partiti stanno intuendo che l’assessore romano vuole mettere le mani in una questione fino a oggi appannaggio esclusivo dei partiti e delle loro nomine. E infatti, secondo i bene informati, i siluri di queste ore dei Progressisti con La Base sono dovuti proprio a questo, al fatto che Bartolazzi voglia escludere i partiti dalla gestione di una gigantesca fetta di potere e interessi, come peraltro i sardi chiedono e vogliono. Malumori a cui la stessa Todde avrebbe risposto mettendo paletti, per arginarli ma senza assecondarli.
Oggi nel tardo pomeriggio è previsto un vertice di maggioranza. All’ordine del giorno c’è la moratoria sulle rinnovabili, ma è scontato che qualche accenno alle questioni che agitano i Progressisti ci sarà.









