Le prenuragiche Domus de Janas, le case delle fate costruite quattromila anni fa
dagli abitanti della Sardegna, saranno la cornice affascinante che ospiterà la
giornata conclusiva del workshop dell’attrice Cathy Marchand, storica interprete
del mitico Living Theatre, sul tema Rito sciamanico femminino e teatro.
L’evento, organizzato dalla compagnia Fueddu e Gestu, tra le più antiche
compagini della scena isolana, con la direzione artistica di Giampietro Orrù è in
programma il 9 agosto dalle ore 18 alle 21 nell’area archeologica di Montessu, nel
comune di Villaperuccio.
Cathy Marchand è un’attrice francese tra i personaggi più rappresentativi del Living
Theatre. Nasce come attrice classica, si è formata a Parigi con J.Louis Barrault.
Entrata giovanissima nel 1978 nel Living Theatre, la compagnia di Julian Beck e
Judith Malina, ha partecipato a tutte le più importanti creazioni della compagnia.
Ha lavorato anche nel cinema italiano con Fellini (La città delle donne, Ginger e Fred)
e con Sergio Citti (Casotto); recentemente ha avuto un ruolo negli ultimi film di
Battiato, Musikanten e Niente è come sembra.
Dirige regolarmente laboratori e seminari sulle tecniche teatrali elaborate dal Living
Theatre in tutta Italia e all’Università di Roma La Sapienza in collaborazione col
Centro Teatro Ateneo.
Proponiamo un’intervista fatta da Giampietro Orrù all’attrice.
Dal 1 al 9 di agosto sarai in Sardegna per tenere un workshop internazionale su “rito
sciamanico, femminino e teatro” nel centro teatrale Fueddu e Gestu. Puoi anticipare
qualcosa sul tema che intendi sviluppare in questa esperienza sarda?
Il tema sarà legato alla forza feminine che certamente è legata alla donna ma anche
all’uomo che possiede in se il femminile del profondo “sentire” millenario… che ha
perduto con il progresso…una energia comunque sempre presente in noi: questo
stage andrà a toccare queste note nascoste e attraverso il teatro le porterà in un
disegno di corpi e di voci nel corpo unico dell’attore.
Quali sono i punti di contatto tra il lavoro dell’attrice\attore e lo sciamano?
L’attore fin dai tempi più lontani ha sempre avuto una funzione sciamanica se non
fosse solo attraverso il ridere, il divertire il popolo nelle carestie o in momenti
terribili della storia…poi c’è un aspetto più sottile che riguarda la figura dell’attore
“sacro” tanto caro a Grotowsky dove ci si connette direttamente al divino. Il potere
del teatro è grandissimo in questo senso perché è arte viva.
Quali sono i “sogni” che il Living Theatre, cioè Cathy Marchand vorrebbe ancora
realizzare?
I sogni sono quelli di poter continuare toujours et toujours a portare in giro per il
mondo questa forma di teatro…e lasciare dietro una scia di forza di cambiamento e
di risveglio per dirla con le parole di Julian Beck.
Perché inviti spesso i tuoi allievi Sardi ad usare la lingua della loro terra?
L’uso della lingua sarda è molto importante perché ha una forza che ho già
sperimentato in altre occasioni in Sardegna con la realizzazione di azioni ispirate
all’Antigone e in altre perfomance sul culto delle acque, è potente e identitaria nel
senso alto del termine, non per farne una chiusura ma…lingua che diventa finestra
sul mondo.
Il laboratorio che terrai nel centro teatrale Fueddu e Gestu avrà una sua naturale
conclusione la sera del 9 agosto nelle Domus de janas di Montessu, perché un sito
archeologico?
E’ fondamentale il luogo in cui proporre la performance di chiusura. La Sardegna è
piena di questi luoghi suggestivi di grande impatto storico e antropologico, in cui
nello spazio di un’ora possiamo restituirgli vita nel presente, e questo “risveglio” lo
trovo magico.











