Erano settantacinque, nei tempi felici senza il Coronavirus. Poi, sono calati a trentacinque: otto tavoli e mezzo, praticamente, disponibili, nel ristorante di Sergio Cannas, famoso ristoratore cagliaritano della Marina. Oggi il ritorno in zona gialla non è certo accompagnato dai sorrisi: “Quattro prenotati a pranzo, la gente si porta il panino in ufficio, si sono abituati cosi. E dalle diciotto in poi chiuderò, mica viene qualcuno a farsi la merenda in ristorante. I miei ragazzi fanno mezza giornata”, spiega Cannas. Non si sa quanto tempo potrà passare ancora, tra paure e smart working, prima che i ristoranti possano tornare a fare incassi decenti anche a pranzo, in settimana. Il weekend, si è già capito, è tutto un altro paio di maniche. E Cannas ne è testimone, quando ricorda che “ci hanno fatto chiudere due settimane fa senza avvisarci, ho dovuto buttare la merce. E ora, ci fanno riaprire proprio lunedì”.
“Chi lavora negli uffici va, al massimo, a prendersi un caffè al bar. I miei incassi sono calati dell’ottanta per cento, dal Governo ho avuto solo diecimila euro di ristori, calcolati sul mese di aprile”. Pochi? “Direi, con sei dipendenti e le casse integrazioni avrei voluto avere qualcosa in più”.









