Ha investito, negli anni, in tre settori che sono stati tutti colpiti dalle restrizioni contro il Covid decise dal Governo, Massimo Mazzei. Cinquant’anni, imprenditore cagliaritano, ha tre palestre, un ristorante e un’agenzia di servizi di sicurezza. I suoi buttafuori, i suoi camerieri e cuochi e i suoi istruttori sono fermi, al palo, ormai da mesi. “Colpito e affondato, totalmente”, dice Mazzei. “Gli aiuti del Governo sono arrivati solo parzialmente, la quinta tranche dei ristori non è proprio arrivata a causa della crisi politica. Pensano a litigare mentre io non so per quanto ancora potrò reggere”, lamenta il 50enne. “Sto guadagnando zero, a gennaio sono riuscito a coprire le spese degli affitti e delle bollette, da oggi non so più come fare. I miei dipendenti sono tutti a casa in cassa integrazione e non hanno visto un euro”.
“Le palestre sono ferme da mesi, il mio ristorante è chiuso dallo scorso venti dicembre, i buttafuori della mia società di sicurezza non stanno lavorando”. Mazzei si è anche sfogato su Facebook: “Ancora una settimana in arancione. Quindi, le mie palestre chiuse e il mio ristorante chiuso. Poi forse prenderemo il giallo. Quindi palestre chiuse e ristorante aperto sabato e domenica, visto che dal lunedì al venerdì non c’è un’anima. La mia indennità di collaboratore sportivo non viene erogata, nemmeno i ristori per ristorante e palestre. Morale: non so quanto ancora potrò stare in piedi. Cosa devo fare, per i nostri cari governatori, per sopravvivere? Spaccio droga e rapino banche? Lavoro da trent’anni, questa è la ricompensa che mi merito: la mia pazienza ha un limite”. L’imprenditore cagliaritano lancia un appello al Governo: “Stiamo arrivano al paradosso che aerei e bus sono pieni di gente, con gli studenti che sono tornati a scuola. Fateci riaprire, non sono i ristoranti o le palestre che portano il Coronavirus”.










