Sono riprese questa mattina nelle campagne lungo il vecchio tracciato della statale 125 tra Sinnai e San Vito le ricerche di Francesca Deidda, la 42 enne sparita da maggio da San Sperate e che, secondo gli inquirenti, sarebbe stata uccisa dal marito Igor Sollai, autotrasportatore di 43 anni attualmente in carcere con le accuse di omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Al lavoro dall’alba, come già nei giorni scorsi, i carabinieri della compagnia di Iglesias e i Cacciatori di Sardegna, nella stessa area all’altezza del chilometro 35 dell’ex Orientale Sarda, dove sono stati trovati effetti personali della scomparsa, ma anche in altre zone. Al momento non sono ancora arrivati ed entrati in azione i cani molecolari, che potrebbero rivelarsi fondamentali per individuare tracce della 42enne, mentre si attendono gli esiti degli accertamenti biologici dei carabinieri del Ris sul bite dentale, riconosciuto come appartenuto a Francesca Deidda, trovato nel primo giorno di ricerche, ma anche sulle tracce di sangue su una roccia e su uno straccio.
Intanto in migliaia, ieri, hanno partecipato alla fiaccolata dedicata a Francesca: in prima fila il fratello Andrea Deidda, che ha voluto ancora una volta lanciare un appello: “Non voglio dire molto perché si è già detto abbastanza, io voglio che parli qualcun altro. Io spero che finisca tutto il prima possibile. Che parli chi deve parlare”, ha detto. Hanno preso parte alla fiaccolata anche i genitori di Igor Sollai e Andrea Deidda ha parlato con loro: “Ho detto loro cosa pensavo, loro sono addolorati quanto me”.
Finora, Igor Sollai ha negato ogni responsabilità e ha continuato a dire che l’allontanamento della moglie Francesca è volontario. Per giovedì prossimo, 18 luglio, è fissato intanto un nuovo interrogatorio, in cui Sollai, dopo aver fatto scena muta nei precedenti, ha detto che dirà tutta la verità. “Sarà un giorno importante. Voglio che Igor faccia finire questo strazio, voglio sapere cosa è successo quel 10 maggio, solo quello”. Alla fiaccolata hanno preso parte anche le colleghe di Francesca Deidda, le stesse che hanno denunciato la sua scomparsa. Alcune di loro hanno lasciato momentaneamente il corteo per raggiungere casa di Francesca e lasciare una candela davanti al portone: “Una luce per non far spegnere la speranza di ritrovarla e di conoscere la verità”.