Un voto e mezzo a Todde e due a Truzzu. Questo, secondo l’analisi dell’istituto Cattaneo, hanno fatto gli elettori della Lega a Cagliari. “Più di un terzo degli elettori leghisti ha votato per Alessandra Todde”, è la stima contenuta nell’analisi dell’istituto Cattaneo sui risultati delle regionali del 25 febbraio in Sardegna. Lo studio definisce, invece, “marginale” a Sassari “la quota di elettori leghisti che hanno defezionato”. Se a Cagliari si stima che sul 3,6% dei voti incassati dalla lista della Lega, l’1,5% sia andato a sostenere Todde presidente (e il 2,1% Paolo Truzzu), a Sassari la percentuale per Todde – sul 2,6% alla lista – scende allo 0,3%.
Naturalmente, l’analisi dell’istituto è numerica e in nessun modo politica, tanto che tiene a precisare come i dati raccolti “non consentono di rispondere in maniera definitiva al quesito riguardo al peso dei ‘tradimenti’ di cui, secondo una congettura diffusa, sono indiziati gli elettori della Lega”. E dunque, in base a questa premessa, “risulterebbe improprio addebitare” la responsabilità della sconfitta di Truzzu “ai soli voti leghisti ‘dissenzienti'”. Ma che ci sia stata una ribellione nelle urne è evidente, tanto che la tensione fra la premier Giorgia Meloni e il leader del Carroccio Salvini è molto alta.
L’analisi rivela che sia a Sassari sia a Cagliari ci sono stati apporti alla candidata del centrosinistra “di dimensioni nel complesso pari o superiori provenienti anche dagli elettorati di altri partiti del centrodestra”. Todde, infatti, emerge come “l’unica candidata che intercetta trasversalmente voti provenienti da elettori delle liste di altre coalizioni. Ottiene voti sia da elettori del ‘terzo polo’ guidato da Renato Soru sia da elettori di partiti di centrodestra”.
La conclusione è che il risultato sardo “è principalmente dovuto alle caratteristiche intraviste dagli elettori nei due principali candidati, e soprattutto dalla capacità attrattiva personale della neo-presidente, potenziata dalla forte intesa e dal convinto sostegno del Pd sardo”.
L’istituto fa poi un’analisi più dettagliata del voto, numeri e percentuali alla mano. Sassari risulta ad esempio che l’1,3% del 7,5% dei voti alla lista del terzo polo (che in Sardegna si è sostanziato nell’appoggio di Azione e Più Europa a Soru) sia andato a Todde e il 6,1% a Soru presidente. Nello stesso Comune, viceversa, si stima che abbia votato per Soru lo 0,7% di coloro che hanno espresso preferenze per la lista del Pd (16,2%). Sempre qui la neopresidente avrebbe raccolto i favori dello 0,9% degli elettori di centrodestra (0,3% della Lega e una percentuale addirittura maggiore di quelli di FdI, lo 0,5%). A Cagliari l’1% degli elettori di FI (sul 5,2% di lista) avrebbe votato per Todde e lo 0,3% per Soru. A quest’ultimo si stima sia andato anche l’1% dei voti della lista dem (13,2%). Una percentuale parzialmente ‘ricompensata’ dai voti del cosiddetto terzo polo finiti a Todde (0,6 dei 5,8 di lista).










