Una ragazza, in posizione fetale, completamente ricoperta di cioccolato fuso, al centro di un buffet di dolci su una lunga tovaglia bianca. “Servita” come pietanza speciale a bordo piscina durante la notte di Ferragosto in un resort di Golfo Aranci, in Sardegna. A documentare l’episodio, lo scatto di un imprenditore ospite della struttura che, pubblicandolo su Linkedin, si indigna per il corpo femminile ancora una volta usato come oggetto. Il resort fa parte della catena Voi Hotels del gruppo Alpitour, che ha annunciato verifiche immediate su quanto denunciato. Silenzio assoluto, invece, dalla direzione dell’hotel.
Un episodio diventato già una questione politica. “Oggi, a pochi giorni dall’orrendo stupro di Palermo, mi sono imbattuta in un episodio vergognoso accaduto in un albergo di Golfo Aranci, in Sardegna: buffet dei dolci a bordo piscina e, ad occupare gran parte dello spazio, una ragazza in posizione fetale ricoperta di cioccolato. Oltre a rimanere esterrefatta che nel 2023 si possa ancora proporre un modello femminile passivo, di pronto consumo, ho provato a commentare l’episodio con i miei nipoti, un ragazzo e una ragazza di 15 e 13 anni. Entrambi erano arrabbiati. Non indignati, arrabbiati. Hanno parlato del modello sbagliato che eventuali bambini e bambine, ragazzi e ragazze lì presenti, potevano recepire e che il vero problema era cambiare la testa di chi ha proposto questo schifo pensando che fosse un piacevole intrattenimento”. Così la deputata nuorese e vicepresidente dei 5 Stelle, Alessandra Todde, a proposito della polemica su un buffet con donna di cioccolato offerto in un resort della Sardegna. “Perché cambi davvero qualcosa deve cambiare presto la testa di tanti uomini e, nella stessa misura, quella di tante donne”.
Anche sui social esplode il caso. “Il corpo femminile come oggetto, vassoio, bocconcino senza identità da consumare come ghiottoni. Questa è la scena: buffet dei dolci a bordo piscina, su un tavolo della carne fresca di ragazza ricoperta di cioccolato: una pasticcina stesa in mezzo ai pasticcini. Il femminicidio è una vera e propria patologia culturale, che ne pensate?”, scrive Francesco Esposito.













