Il movimento Animalista e Ambientalista della Lega Nazionale per la difesa degli animali Stop Animals Crime Italia, che opera in tutto il territorio italiano, lancia una nota stampa per la denuncia del canile lager di Musei.
A detta del Movimento, con Antonio Colonna il clima che si respira all’ interno del canile è una rappresentazione della totale incuria e abbandono da parte di chi ne detiene la gestione, cani che si accoppiano, box arrugginiti, cani malati e non curati, assenza di personale che promuove le adozioni.
Segue la nota stampa versione integrale:
Denunciata la gestione del canile di Musei (Su) della lega nazionale per la difesa del cane : box arrugginiti, cani che si accoppiano in canile e feriti.
Sopralluogo di Stop Animal Crimes Italia nel canile della Lega Nazionale per la Difesa del Cane di Musei (SU) in Sardegna. “Una gestione del canile che già dopo 4 anni rivelava criticità (dal 2016 la struttura è gestita dalla Lega nazionale del cane di Carbonia) ovvero nel 2020 da sopralluogo ASL veniva accertato l’assenza di registri visitatori, recinzione perimetrale non a norma, irregolarità dei documenti di trasporto, assenza di brandine lavabili e disinfettabili (ma pedane marcescenti come cucce), assenza di convenzione per smaltimento carcasse, assenza reparto cuccioli, assenza di educatore ed altro. Sopralluogo cui seguiva quindi il rilascio di prescrizioni volte a colmare le molte lacune, in primis sottoporre a visite veterinarie urgenti i molti cani che secondo i veterinari erano privi di adeguate cure, ma anche a promuovere le adozioni dei cani.
Ancora oggi, oltre a cani detenuti su pedane marcescenti (in luogo di prescritti materiali lavabili e disinfettabili) molti box presentano parti arrugginite diventate lame taglienti, distributori del cibo arrugginiti e bucati non utilizzabili, cani che si accoppiano nel canile, superfici dei box bagnate, assenza di ripari adeguati, assenza di personale e un educatore che porta a spasso i suoi cani, un pointer in particolare rinvenuto scheletrico ingressato in carne un anno e mezzo fa, cani sbranati da altri cani di box adiacenti e deceduti, cani anziani di piccola taglia sanguinanti verosimilmente senza adeguate cure e sconosciuti alle adozioni come decine di altri cani. Il tutto a distanza di 3 anni dalle prescrizioni ASL di cui sopra e da quelle di qualche mese fa dei Carabinieri.
Le testimonianze di altre persone poi, che hanno riferito fatti gravi, hanno permesso di denunciare un quadro ancora più grave rispetto a quello che abbiamo trovato qualche giorno fa.
Una gestione che ai nostri occhi appare superficiale e manchevole di tutta una serie di garanzie a favore del
benessere animale, sotto il profilo delle necessarie cure veterinarie, della socializzazione e delle adozioni, dove molti aspetti gestionali sarebbero omessi spesso con la scusa di assenza di denaro, nonostante l’appalto sia stato accettato e sottoscritto consapevolmente dalla LNDC locale e i Comuni ottemperano ai pagamenti.
Un’Associazione importante che, infine, all’ingresso del canile non espone gli orari di apertura al pubblico.
Stop Animal Crimes Italia ha presentato ai Comuni convenzionati istanza di accertamenti immediati e chiusura del canile ossia una denuncia penale all’Autorità Giudiziaria per i più gravi fatti riferiti e sino ad oggi taciuti.
Il Movimento ha anche chiesto accertamento sulla liceità delle numerose raccolte fondi privati della LNDC locale per materiali (cibo, ciotole, ecc..) e servizi (sterilizzazioni e cure veterinarie) già previsti e remunerati dai Comuni convenzionati, mediante un appalto di 1 MILIONE DI EURO.
Auspichiamo che le Autorità facciano quanto prima luce sulle tante ombre del canile fino ad oggi oggetto di
numerose ispezioni che hanno sempre e solo visto ripetersi prescrizioni (nuovamente impartite dai Carabinieri del CITES questa primavera), puntualmente a quanto pare disattese, ma senza alcun provvedimento risolutivo”, conclude la nota stampa degli ambientalisti.
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