Questa mattina, all’interno del centro commerciale “Le Vele”, una donna e le sue due figlie sono state fermate dagli addetti alla sicurezza dopo essere state sorprese mentre nascondevano capi di abbigliamento in uno zaino. Prima di occultare la merce, del valore complessivo di circa 170 euro, avevano rimosso le placche antitaccheggio in due diversi negozi di abbigliamento. Per le tre è scattata la denuncia per furto. La notizia ha immediatamente acceso il dibattito sui social. Decine i commenti dei lettori, tutti concordi nel condannare il cattivo esempio fornito ai minori. “Poi ci si domanda cosa ne pensano i genitori”, scrive un utente. Un altro ricorda: “Mi è capitato di assistere a una scena simile qualche mese fa, sempre in un negozio di abbigliamento: signora con due ragazze che sono state fermate. Sembra si volessero rifare l’armadio, avevano tutto e di più”. C’è chi pone l’accento sul ruolo educativo della madre: “Certo che la mamma dà proprio un bell’esempio”. E ancora: “Sentire “madre e figlie” mi fa venire la pelle d’oca”. Il giudizio morale si fa più netto quando si paragona il furto di vestiti a quello di beni di prima necessità: “Posso capire uno che ruba cibo perché ha fame, benché non giustificabile, ma non uno che ruba indumenti”. Un lettore conclude con amarezza: “Cosa non si fa per essere al passo coi tempi. Io faccio sacrifici per comprarmi una cosa anche da 10 euro, ma rubare mai mi passerebbe per la testa”. Pur rimanendo sempre ingiustificabile, il furto compiuto in famiglia e per motivi futili suscita particolare indignazione: un episodio che alimenta la riflessione sul valore dell’esempio e sulla responsabilità educativa degli adulti in una società già complessa per molti giovani.











