Il motto è uno: meno auto e più bici, monopattini o, semplicemente, persone che si spostano a piedi. Quartu si prepara a rivoluzionare il traffico grazie al Piano urbano della mobilità sostenibile. I numeri e dati sono stati messi nero su bianco dagli esperti già da qualche settimana e le volontà dell’attuale amministrazione comunale sono state rimarcate nel corso dell’incontro pubblico con le associazioni e i cittadini. Da una città dove ogni giorno escono 16mila auto, andando ad ingolfare soprattutto viale Marconi e il lungomare Poetto, si guarda alla novità della metro con tanta attenzione e speranza. L’assessora alla Viabilità Barbara Manca ha rimarcato che “con il nuovo tracciato deciso passerà dentro la città” ed è chiaro che bisognerà intervenire, in parallelo, anche sulla disponibilità degli altri mezzi di trasporto pubblico, bus in testa: in tutta la zona di Flumini, a partire dal Margine Rosso, “c’è stata un’espansione e si tratta principalmente di case singole”. Collegamenti migliori servono anche lì, poi c’è tutto il ragionamento legato alle zone pedonali, alle ztl e ai parcheggi, gratuiti o a pagamento. “Dobbiamo fare in modo che l’automobile sia l’ultimo mezzo di trasporto da utilizzare”.
Il presidente della commissione Viabilità, Stefano Busonera, traccia la linea da seguire: “Serve un cambio, Quartu deve essere una città più a trazione di mobilità dolce con le ciclabili, le zone pedonali e anche i monopattini. Va cambiato il trend, le piste per le biciclette devono essere collegate con il resto della Città Metropolitana”, osserva. “A Flumini ci sono soprattutto case singole, a parte il periodo estivo non ci sono grosse masse di cittadini che si spostano. Pensiamo a dove realizzare parcheggi di scambio e attendiamo i lavori sulla 554. Non sarà più una strada extraurbana ma urbana, con le rotonde e le ciclabili. Molti ragazzi potranno andare al liceo in bici, ci saranno quindi meno auto. Parteciperemo ai bandi europei per il Pums, per ottenere i soldi per le opere. Anche così si generano posti di lavoro”.










