Al cimitero di Quartu, dal mese di luglio, non c’è un necroforo. Da quando è subentrata la cooperativa piemontese Barbara B., che con 587mila euro gestirà, per conto del Comune, il camposanto sino al 2026, manca la figura fondamentale in caso di estumulazione di una salma. Ed è un grosso problema, visto che già negli ultimi mesi qualche parente di defunti ha dovuto prendere un loculo in affitto e, addirittura, una donna di Vicenza non può cremare il corpo della madre, Silvana Marinetti, morta nel 1990, per portare poi le ceneri a Vicenza, città dove vive, e posizionare l’urna accanto a quella del padre e della sorella. “Prima richiesta fatta a novembre, con l’aiuto dell’agenzia funebre Don Bosco di Mariano Ligas. Zero necrofori, oggi avrebbero dovuto procedere con l’operazione ma, alla fine, non se ne è fatto nulla”, racconta, molto turbata per la situazione, la donna: “Ho già pagato per intero anche la cremazione e il trasporto, duemila euro”. La salma della madre, però, resta dentro una bara a Quartu: “Avevo anche detto ai responsabili del cimitero che, con questa mia scelta, liberavo un loculo, so che sono ancora molto pochi quelli liberi”.
Il titolare dell’agenzia funebre non ha potuto fare altro che ricontattare uno dei responsabili della cooperativa: “Sono in attesa di una risposta, ho ovviamente proposto un altro necroforo ma devono essere loro a coprire le spese”. Di sicuro, il Comune è parte lesa nella vicenda, lo dice chiaramente il direttore del cimitero Ignazio Mura: “Da luglio i lavoratori della cooperativa avrebbero dovuto fare un corso di quaranta ore per avere la qualifica di necroforo. Non è un obbligo del contratto avere una figura simile ma, se poi si crea un disservizio, allora scattano le multe. Il 31 dicembre scadranno i primi sei mesi della Barbara B., è chiaro che prenderò dei seri provvedimenti”.










