Quarantadue anni e otto mesi di contributi, sudatissimi, lavorando nelle officine prima di Fds e poi del nuovo “padrone”, Arst, che Mauro Sabeddu, 63enne di Quartu, non può ancora godersi. Ha scelto la strada della pensione anticipata con “quota 103”. Solita prassi, a partire dalla lettera di licenziamento spedita all’azienda il trentuno maggio. Nuova vita dal primo luglio? Nemmeno per idea: “Ho mandato vari solleciti all’Inps di Cagliari, nulla di nulla. Anche il patronato ha provato ad aiutarmi, ma inutilmente. Ho scoperto che la mia pratica è stata presa in esame solo il 26 settembre scorso e che, poi, l’impiegata che se ne doveva occupare era in ferie”. Sabeddu è quasi svenuto, ma si è fatto forza e ha cercato una soluzione: “Dalla stessa Inps mi hanno suggerito di spedire, a loro stessi, una email di sollecito. L’ho fatto, per quanto fosse assurdo secondo me”. Ma il conto non è mai stato rimpinguato: “Dai calcoli fatti mi spetta una pensione di circa 1400 euro. Un mio collega ha ottenuto tutto in meno di un mese, prima due anticipi poi la regolarizzazione della pratica”.
E così, Sabeddu, anzichè trascorrere le giornate in relax dopo decenni di duro lavoro, le passa tra telefonate all’Inps, al patronato e a chiunque possa dargli un consiglio utile: “L’ultimo stipendio l’ho preso a inizio luglio, poi più nulla. Ho anche io, come tutti, spese fisse e di altra natura da dover sostenere e non nego che, ormai, sono arrivato quasi allo stremo. A breve non avrà più un centesimo”.








