Jacopo Barbarossa è solo l’ultima vittima di un elenco non lunghissimo ma comunque preoccupante di croci che si sono susseguite sulla Provinciale 17 di Quartu. Che è il viale Leonardo da Vinci ma, per le competenze varie, bisogna citofonare alla Città Metropolitana di Cagliari. Il Comune ha più volte posto l’accento sulla necessità di fare degli interventi per mettere in sicurezza la lingua d’asfalto che arriva sin quasi a Villasimius. E le polemiche, tanto per cambiare, sono numerose: “Un’altra croce sulla SP17, nello stesso punto dove circa 15 anni fa perse la vita in situazione analoga una ragazzina di 14 anni. Una strada che attende da troppo tempo di essere messa in sicurezza dalla Città Metropolitana di Cagliari”, tuona il presidente dell’associazione turistica di Quartu, Roby Matta. “Una strada che invita a correre e che andrebbe riconvertita in strada urbana visto che costeggia numerose lottizzazioni nate come zone di villeggiatura e che col tempo si sono trasformate in luogo di residenza permanente per molti quartesi. Rotatorie e dossi ad ogni intersezione impedirebbero o, per lo meno, disincentiverebbero coloro che scambiano la Provinciale per una pista di prova.
“Le corsie di ingresso in carreggiata, all’uscita degli svincoli laterali, scambiate dai più per corsie di sorpasso, ed ogni volta che si cerca di immettersi sulla provinciale, meglio farsi prima il segno della croce”, prosegue Matta. “La notte poi non ne parliamo, tra il punto dell’incidente di sabato scorso fin oltre Capitana, il buio pesto, zero illuminazione, zero marciapiedi, zero pensiline per chi attende un autobus”. Critico anche Ernesto Salis, consigliere del gruppo bikers Aquile Sardegna: “Perché aspettare tanto? Tutti i sindaci devono sapere, basta con le croci sulle strade sarde, ormai è una cosa quotidiana e se a Quartu avessero installato le barriere salvamotociclisti ora non staremo piangendo l’ennesimo morto”.











