Sono otto i fiorai che, da decenni, vendono rose, gerbere e crisantemi davanti al cimitero di Quartu Sant’Elena. Tutti hanno furgoni e tendoni e, in passato, soprattutto nel periodo di Ognissanti, hanno potuto conservare, al termine delle giornate, i loro maxi ombrelloni dentro il camposanto. Quest’anno, però, la musica è cambiata. Lo spazio interno non è più disponibile, e i venditori sono costretti o a lasciare l’attrezzatura nella strada o a portarsela via, rimontandola da capo il giorno successivo. Le lamentele ci sono, come racconta una delle fiorarie storiche, Francesca Orrù: “I custodi non danno la possibilità di mettere gli ombrelloni dentro, è una difficoltà per i miei colleghi. Io non l’ho chiesto, ma loro sì. Prima, questa possibilità era garantita”, spiega la commerciante 56enne che, da trentaquattro anni, vende i fiori che poi abbelliranno le tombe dei defunti quartesi: “Inoltre, il cimitero deve chiudere alle 11:50 ma già alle undici e trenta i custodi sbarrano gli ingressi, non consentendo più le visite”, afferma ancora la donna. Una beffa, sicuramente dei disagi proprio a ridosso dell’uno e del due novembre.
E scoppiano le proteste, con l’opposizione che chiama in causa il Comune: “In questi giorni di grande affluenza spero prevalga il buon senso evitando una eccessiva rigidità sia nei confronti dei fiorai, sia nei confronti dei cittadini per quanto riguarda gli orari”, dice Tonio Pani, consigliere comunale del Psd’Az. “Sono giornate importanti per i venditori di fiori, cercano di raggranellare un po’ di soldi dopo il periodo, durissimo, del Coronavirus”. Concorde Michele Pisano, consigliere di Fratelli d’Italia: “L’amministrazione deve incontrare gli operatori che lavorano all’esterno del cimitero. Soprattutto in questi giorni, i fiorai cercano di recuperare ciò che la crisi, conseguente al Covid, ha creato. Credo”, sottolinea Pisano, “che sia doveroso da parte delle istituzioni ascoltare questi lavoratori e capire se sia possibile dare risposta alle loro esigenze, nei limiti delle competenze comunali”.











