Acquista un immobile all’asta dal tribunale, in via delle Ortensie a Quartu Sant’Elena, nel 2016, con tanto di concessione edilizia in sanatoria in allegato. Un anno e mezzo dopo, nel 2018, però, Gianni Utzeri, imprenditore nel settore della compravendita di appartamenti, riceve una comunicazione che sa di beffa: la sanatoria è stata revocata in autotutela. In pratica, parte di quanto realizzato in passato e anche negli ultimi anni andrebbe buttato giù con le ruspe. Con tanti saluti all’investimento fatto. Utzeri si rivolge all’avvocato Antonio Incerpi e il 2 agosto 2019 il giudice del Tar accoglie in pieno uno dei suoi ricorsi. Si finisce al Consiglio di Stato per volontà dell’imprenditore, con il Comune che però sceglie di resistere: è di oggi la previsione di spesa di oltre cinquemila euro per la nomina di un avvocato che dovrà far valere le ragioni dell’amministrazione comunale. Guerra aperta tra un imprenditore e il settore pubblico, in parole più semplici.
Il ricorso al Consiglio di Stato è stato firmato dall’avvocatessa Silvia Obino, l’altro legale di Gianni Utzeri è Antonio Incerpi: “Siamo sicuri di avere subìto un torto, basti solo pensare al fatto che il Comune si è rimangiato tutto dopo un anno e mezzo e successivamente ad una segnalazione fatta dal vecchio proprietario dell’immobile finito all’asta. Qualunque cittadino, imprenditori compresi, devono poter fare affidamento sui provvedimenti di un’autorità pubblica che però, poi, non deve revocarli in maniera quanto meno curiosa. Se il mio assistito dovesse abbattere tutte le costruzioni subirebbe un danno economico non inferiore ai cinquantamila euro”.










