Dopo risse, pestaggi e denunce al Poetto di Quartu ci è scappato il morto. Ieri Luca Mameli, 35enne di Capoterra, è stato accoltellato a morte da Alessio Desogus, allevatore 21enne di Quartu Sant’Elena, già rinchiuso a Uta. Proprio nel cuore di quel litorale nel quale il sindaco Graziano Milia, per tutto agosto, ha deciso di estendere gli orari di apertura di tutti i locali, sino alle 2 in settimana e alle 3 nei weekend. E, stando a quanto trapela, proprio l’Opera Beach ha la possibilità di restare aperta sino alle quattro di notte. “Proprio in quel luogo”, afferma il sindaco Graziano Milia, che rompe il silenzio il giorno dopo l’omicidio, “abbiamo più telecamere, tanto che tutte le immagini sono state consegnate alle forze dell’ordine. Averle non ha impedito la tragedia che si è verificata”. Il che, a seconda della chiave di lettura che si vuole dare, può portare a due ragionamenti: il primo è che gli occhi elettronici non impensieriscono minimamente i delinquenti, il secondo è che c’è una spirale di malamovida così marcata che in pochi hanno paura di arrivare addirittura ad uccidere sapendo di essere filmati. All’orizzonte non sembrano esserci restrizioni sugli orari da parte dell’amministrazione comunale.
Milia ricorda di avere subito chiamato, ieri mattina, “il sindaco di Capoterra per esprimergli solidarietà e cordoglio, chiedendo di portarle alla famiglia del ragazzo che non c’è più. Sottoscrivo quello che dice il questore di Cagliari a proposito delle considerazioni sulla prevenzione”. Cioè che “una serata di svago e divertimento non può finire in tragedia” e che, nonostante ci siano restrizioni e ordinanze dei sindaci più i controlli disposti dalla prefettura, “ci troviamo davanti a un problema, sociale, di educazione e formazione”. Parole che Milia fa sue, rimarcando che “parliamo di telecamere come se fossero la panacea di tutti i mali”. Quelle che hanno inquadrato l’accoltellamento di Mameli erano accese, e non hanno impensierito l’assassino.










