Un bando contestato sin dall’inizio, quello per i contributi regionali alle associazioni di Protezione civile sarde partito ad agosto del 2014. Troppe regole nuove e “strane”, come le definiscono gli stessi volontari, contestate soprattutto ora, dopo la pubblicazione, lo scorso 17 gennaio, delle graduatorie definitive. I volontari presentano all’assessorato una richiesta di accesso agli atti per avere chiarimenti sull’erogazione dei contributi, che però viene negata. “In questo modo – si legge nella lettera inviata ieri dal presidente del coordinamento regionale Prociv Italia, Emilio Garau, all’assessorato regionale – è stata scritta una delle più brutte e tristi pagine della storia del volontario sardo di Protezione civile, il quale, in ogni occasione ed in ogni luogo sia stato chiamato in soccorso delle popolazioni, ha sempre operato ottenendo il massimo riconoscimento per l’impegno e la professionalità mostrata”.
Il bando. La regola più contestata è quella che attribuisce meno punteggio ai Comuni con più associazioni di volontariato operative: un punto se sono presenti tre o quattro organizzazioni, due punti se ce ne sono due, e tre punti se è solo una. “Nell’isola – spiegano i volontari – sono presenti circa 160 associazioni, di cui quasi la metà nel territorio cagliaritano: questo ci ha fatto già partire penalizzati. E poi c’è la regola, scoperta dopo la pubblicazione delle graduatorie, che dovremo comunque fatturare l’importo presentato con il progetto, anche se il contributo ammonta a molto meno: alcune associazioni saranno costrette a rimetterci anche oltre 50 mila euro, una cifra impossibile da recuperare per chi opera nel mondo del volontariato”. Dispendioso presentare un ricorso, e complicato anche rinunciare al contributo. “In quel caso perderemo la possibilità di partecipare ai prossimi bandi per almeno due anni – aggiungono i volontari della Protezione civile – Nei prossimi giorni organizzeremo un blitz pacifico in Regione: dobbiamo trovare un accordo”.












