Ieri nell’ultima seduta civica è stato approvato all’unanimità il piano particolareggiato del centro storico di Cagliari. Uno strumento di pianificazione atteso da anni della cittadinanza.
Soddisfatto del lavoro svolto il presidenrte della Commissione Urbanistica Andrea Scano: un lavoro complesso con il quale si dà ora la ossibilità nel centro utilizzare i sottotetti, realizzare soppalchi, possibilità di deroghe per utilizzare i sottani. SI parono Scenari futuri per le «grandi fabbriche», i grandi contenitori (ex carcere eccetera) Il piano nasce da una sola visione della città che integra aspetti urbanistici e aspetti della mobilità.
Si auspica e si favorisce una mobilità sostenibile, aree pedonali più estese con positive ricadute sul commercio e sulla vivibilità in generale. Si favorisce la realizzazione di percorsi pedonali di qualità nel verde.
Polemico Mannino, sulla questione che a parer suo ha votato al si un piano in continuiità del precedente. Diciamo che il piano è un ampliamento del precedente che è stato completato con i pareri e studi necessari. È stato ampliato anche l’aspetto degli immobili censiti. Per tre anni hanno letto il precedente poi, solo, grazie al lavoro degli uffici e del dirigente sono riusciti a far evolvere la crisalide in farfalla. Seguendo il principio della continuità amministrativa.Il lavoro fatto è stato ingente e di buon livello ed un primo passo è stato fatto. Per quanto utile la parte dello strumento approvato non è tuttavia decisivo per rilanciare l”economia collegata al centro storico- spiega Dpre Il risanamento conservativo, era libero anche in assenza di piano ed è stato tranquillamente utilizzato nelle centinaia di ristrutturazioni fatte in questi anni anche da imprenditori di primo piano. Ora però si aggiungerà la possibilità di frazionare gli appartamenti di grande metratura (soprattutto a castello), la possibilità di realizzare soppalchi interni e di inserire impianti di risparmio energetico a basso impatto paesaggistico (pannelli a scomparsa o tegole fotovoltaiche, ecc.)
Va invece detto chiaramente che per rendere operativa la parte più appetibile sotto l’aspetto imprenditoriale (quella di ricostruzione dei ruderi, dei vuoti e delle ricuciture degli edifici e dei prospetti incongruii) dovrà passare ancora un bel po’ di tempo. Il MIBAC infatti ha stabilito che il piano va assoggettato a vas, poi si riapriranno i termini per le osservazioni, le valutazioni di regione e sovraintendenza per poi tornare in consiglio per l’approvazione finale (salvo ricorsi)
Difatti a La provincia si è pronunciata per la “non assoggettabilità a VAS” del PPCS, con la precisazione che una parte del piano (quella riguardante le aree suscettibili di “trasformazione”) dovrà essere “riadottata”, e quindi per questa parte ci sarà un iter più lungo e ulteriori passaggi in consiglio.









