Le pensioni, i bonus del Governo, eventuali extra che aiutano a mettere insieme anche 800 euro al mese, nel Cagliaritano, spesso non bastano più per arrivare a fine mese, soprattutto se non si vive da soli e se ci sono spese fisse legate a medicinali e visite. L’sos lanciato da Ugo Bressanello, presidente di Domus de Luna, “migliaia di poveri aiutati nell’ultima settimana, non hanno nemmeno le bombole per cucinare”, è forse anche troppo poco rumoroso rispetto alle storie, singole, di chi davvero non ce la fa più. Il cappio dell’aumento delle bollette, ma anche di tutti i prodotti. Market che diventano improvvisamente quasi gioiellerie, una parte dei soldi mensili che vanno spesi, obbligatoriamente, per motivi di salute ed ecco come, a ottobre 2022, si è poveri anche con ottocento euro al mese. No, non è uno scherzo: quello che sino a pochissimi anni fa poteva essere un tot sufficiente ad arrivare alla fine del calendario, oggi scompare dopo pochi giorni come neve al sole. Ne sa qualcosa Daniela Belfiori, 57 anni, residente a Pirri insieme al marito Maurizio Cara: “Siamo entrambi invalidi, tra pensione di accompagnamento e reddito di cittadinanza riusciamo a mettere insieme 700 o massimo ottocento euro al mese. Fare la spesa con regolarità è impossibile, anche un piatto di pasta pasta tutti i giorni è un lusso. Spesso andiamo a mangiare dalle suore del Buon Pastore, in via San Benedetto, e siamo entrambi sotto cura per depressione”. Non c’è da meravigliarsi, purtroppo. “Prima vivevamo in una casa disastrata, oggi in una invasa dalle zecche. Io, poi”, prosegue la donna, “ho necessità di cure e visite fisse, non tutte sono gratuite e una parte dei soldi parte via già così. Spero solo che, prima o poi, il Comune ci aiuti e ci metta in una casa popolare, in modo da tagliare almeno sulla spesa dell’affitto, anche se viviamo con altri inquilini”. Certo, a quasi sessant’anni d’età non fa piacere.
Luciana Anna Concas fa la badante e incassa 400 euro al mese, ha due figlie da sfamare, una è invalida al 50% e, oltre ai conti con i pochissimi soldi che si ritrova in tasca, deve lottare anche per avere una casa migliore: “Ho scritto alla Guardia di finanza, le assistenti sociali non mi stanno aiutando e il sindaco di San Vito sa che viviamo in tre in un’abitazione che cade a pezzi, dichiarata inagibile. È così dal 2018, e con l’aumento dei prezzi le nostre condizioni di vita sono nettamente peggiorate”, dice. “Fate voi i conti, dividete 400 euro per tre persone e tenete conto che, ognuna, deve fare almeno tre pasti al giorno. Non posso curarmi i denti, sono piena di pleuriti e carie e, a 57 anni, devo restare dolorante”. Povertà assoluta, bastano queste due semplici e tragiche parole. Un tetto più solido sarebbe comunque d’aiuto: “Per poter vivere dignitosamente, come tutti gli esseri umani e non come bestie come ci stanno lasciando sindaco e assistenti sociali. È mai possibile che in questi 4 anni nessuno si sia degnato di darci una sistemazione migliore, lasciandoci in difficoltà?”. Difficoltà insormontabili, visto che con il misero stipendio che prende ogni mese, la Concas non può certo pagare degli operai per dei lavori tanto complessi quanto, economicamente, salati: “E, per farli, dovrei chiedere il permesso alla proprietaria. Anche se, per me, è proprio da radere al suolo”. E l’autunno già iniziato, anche per lei e le sue figlie, così come per migliaia di sardi bisognosi, ha già tutte le premesse di un periodo difficile e straziante, destinato a non finire in tempi brevi.










