Portovesme, la protesta degli operai Eurallumina arriva al settimo giorno: “Ora il Governo intervenga”
Prosegue senza sosta la protesta dei lavoratori Eurallumina di Portovesme, nel Sulcis, arrivata oggi al settimo giorno. Da una settimana due operai restano sul silo alto 40 metri all’interno dello stabilimento, trasformato in un presidio permanente per sollecitare un intervento del Governo sul futuro del sito produttivo.
La tensione cresce in vista dell’incontro convocato dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy per il 10 dicembre. I lavoratori chiedono che l’appuntamento sia finalmente decisivo. “Vogliamo una riunione importante e risolutiva, non l’ennesimo aggiornamento interlocutorio”, afferma Enrico Pulisci, rappresentante della Rsa Eurallumina, dal presidio in quota. “Siamo stanchi ma determinati, e il presidio continua”.
Al centro del conflitto c’è lo stallo produttivo dello stabilimento, fermo da anni per effetto delle sanzioni applicate a Rusal, la multinazionale russa proprietaria del gruppo. Una situazione che, secondo i lavoratori, penalizzerebbe l’Italia rispetto ad altri Paesi europei: “Da due anni e mezzo le altre consociate Rusal in Europa non hanno subito blocchi. Qui invece sì. Se non arrivano fondi per garantire la sopravvivenza dello stabilimento, allora si revochino le sanzioni e si apra una vera prospettiva di rilancio”.
In gioco ci sono, sottolinea Pulisci, 300 milioni di euro di investimenti programmati e l’equivalente di 1.500 buste paga: un pilastro occupazionale ed economico per tutto il territorio del Sulcis.
I lavoratori, sostenuti dalle organizzazioni sindacali, chiedono che il ministro Adolfo Urso si faccia carico della situazione già nell’incontro previsto per lunedì 24 novembre, in cui si attendono segnali concreti. “Serve una mossa immediata. Noi andiamo avanti”, ribadiscono dal silo.
Intanto a Portovesme cresce l’attesa e l’apprensione, mentre la protesta continua a svettare nel cielo grigio del Sulcis come simbolo di una vertenza che, ancora una volta, intreccia crisi industriale, geopolitica e diritti del lavoro.












