La “quota zero” alla voce “ristori” è riuscito a scamparla “grazie al mio commercialista. Riuscirò ad avere duemila euro dal Governo”. Soldi che, sicuramente, possono rappresentare una fortuna per molti. Non per chi, però, ha investito decine di migliaia di euro per aprire un’attività food e che, a cause delle “strette” orarie legate al Covid, non riesce a battere un numero sufficiente di scontrini per stare tranquillo. È il caso di Maurizio Saiu, 48 anni, ex gestore della famosissima pizzeria “La Fattoria” di via dei Conversi a Cagliari, “chiusa ormai da sette anni”. Da gennaio 2020, Saiu si è rimesso in pista, acquistando un locale in via Satta. Tutto, però, è andato storto sin dall’inizio: “L’ho acquistata a gennaio, ho fatto dei lavori interni e a marzo, quando volevo inaugurarla, è scattato il lockdown. L’ho aperta solo a maggio, con tutti gli strascichi di tre mesi di chiusura. Meno posti, solo venticinque, e pochi clienti, soprattutto per colpa della paura”. E, con la nuova serrata sino al prossimo ventiquattro novembre, l’aria che tira non è delle migliori.
Saiu sa già quanti soldi riceverà dal Governo: “Duemila euro, praticamente nulla. Non ho fatturato l’anno scorso, non posso ottenere di più. Certo, siamo tutti sulla stessa barca”, osserva l’imprenditore, “ma perché il Governo non ha pensato anche a chi ha aperto da poco un’attività commerciale? Ho speso soldi anche per ristrutturare la pizzeria. Vendo, in media, venti pizze ogni sera, riesco a salire a 50 solo il sabato ma, quando i clienti potevano sedersi, riuscivo ad arrivare a settanta coperti. Ora come ora non penso di farcela”, ammette Saiu, “deciderò entro dicembre se continuare a tenere aperta la pizzeria”.









