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Pizzaioli “furbi” che hanno ritoccato i prezzi delle pizze a Cagliari, arrivando in qualche caso a proporre prezzi superiori alla margherita presentata qualche giorno fa da Carlo Cracco? No, “vittime” del rialzo folle delle materie prime: farina e mozzarella, per chi non ha il forno elettrico anche l’aumento della legna. Più la corrente elettrica, e il contorno amaro della crisi del Covid. Ecco perché le pizze, in città, non costano come due ma anche un anno fa. Alessio Congia di Troll è il pizzaiolo che propone la pizza ai ricci a 23 euro: “Prima era a dodici, ma ci metto un vasetto intero. Che pago 14 euro più Iva, poi bisogna aggiungere almeno altri quattro euro per la pizza base. La qualità e la freschezza si pagano”, spiega. “Tutto è aumentato, pure la legna: un quintale mi costa 22 euro, prima erano solo 15. Le pizze classiche non le ho aumentate, capperi e acciughe sempre cinque euro, nonostante utilizzi mozzarella di giornata, passata da 5 a sette euro al chilo. La carrettiera costa due euro in più perché i pomodori pachino sono aumentati da due e cinquanta a 4,20 euro al chilo. Lavoro sette giorni su sette per non andare in perdita, addio al giorno di riposo”.
Simone Pinna, titolare della Vecchia Kasbah in via Dante, presto ritoccherà il listino: “Farina da 14,50 a sedici euro al sacco. Quando finirà il Covid le pizze costeranno almeno venti centesimi in più”, avvisa. “Al momento la margherita la faccio pagare 3,80 euro, la canadese 4,80. La gente esce poco, inutile aumentare adesso. Quando ritornerà il movimento dovrò acquistare dieci e non quattro sacchi di farina”.