Una pista passionale o un conto in sospeso maturato nel passato: sono solo alcune delle ipotesi su cui si concentrano le indagini per l’omicidio di Marco Pusceddu, il 51enne originario di Portoscuso e soccorritore del 118, freddato con cinque colpi di pistola giovedì notte davanti alla sede dell’associazione Intervol, a Buddusò.
L’uomo sarebbe stato attirato fuori dalla struttura da una persona che lo ha chiamato a gran voce attorno alle 23. Appena si è affacciato sulla soglia, il killer – con volto scoperto e cappuccio tirato sulla testa – ha aperto il fuoco, colpendolo mortalmente al torace e al collo. Poi è fuggito a piedi.
Le indagini sono affidate ai carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale di Sassari e alla Compagnia di Ozieri, coordinate dalla pm di Sassari, Elisa Succu. Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze da amici e familiari della vittima per ricostruire il suo passato e cercare elementi utili a identificare il responsabile.
Un dettaglio ritenuto rilevante riguarda un episodio avvenuto mesi fa: Pusceddu era stato ricoverato in ospedale per una profonda ferita alla testa. All’epoca aveva parlato di un incidente domestico e non erano stati aperti fascicoli né presentate denunce. Un fatto che ora viene riesaminato alla luce dell’omicidio.
Nel frattempo, sono al vaglio le immagini delle telecamere di videosorveglianza presenti in paese, nella speranza che possano offrire elementi utili per risalire al killer.
Ma nel suo passato spunta anche una relazione turbolenta con una donna, a quanto si apprende finita con reciproche denunce.










