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Piazza Galilei, le associazioni sfrattate: “Trattati come abusivi”

di Redazione Cagliari Online
22 Giugno 2017
in cagliari, centro-storico

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Nel palazzo della Provincia di Cagliari al civico 36 di piazza Galilei c’è grande fermento. I soci delle associazioni “sfrattate” , tre per la precisione, ADMO (associazione donatori midollo osseo), fondamentale nel territorio per i registri dei donatori di midollo e le banche del cordone ombelicale, LILA (lega italiana lotta Aids) impegnata con le campagne di informazione e prevenzione sulle malattie sessualmente trasmissibili e HSF (helpful & sustainable future) che opera con la formazione sanitaria ad ampia portata, transitano con scatoloni, pacchi e fasci di documenti, attraversando il lungo corridoio fino ad arrivare all’ingresso principale.

Il grande cancello che dà in via Paoli ha le catene dalla notte tra il 31 Dicembre e il 1 Gennaio, gesto che peraltro non agevola il “trasloco” obbligando gli operatori a passare dall’ingresso principale con i pacchi. Tra le associazioni che hanno ricevuto l’invito ad abbandonare le tre aule avute dall’Amministrazione della Provincia, c’è l’associazione scientifica HSF, che si occupa dal 2012 di formazione ed informazione sanitaria di emergenza e urgenza a 360°nel territorio non solo regionale ma nazionale. Il nome rappresenta l’acronimo di Helpful & Sustainable Future, futuro utile e sostenibile, che spiega la “missione” dell’associazione proponendo percorsi “in-formativi” destinati a tutte le utenze, giovani, adulti ed enti, personalizzati in base al target e alle esigenze. Tra i grandi incarichi cui ha fatto fronte l’HSF, la preparazione e la gestione del piano di sicurezza per il Vaticano in occasione della visita del Papa in terra sarda.  Luigi Cadeddu, presidente dell’associazione, spiega amareggiato:”La sede di piazza Galilei ci è stata concessa dopo aver avanzato una proposta di accordo per uno scambio di ben e servizi: le tre aule in quel momento inutilizzate che abbiamo avuto a disposizione nel palazzo -non a titolo gratuito-, in cambio di corsi di formazione che di fatto non sono mai stati fatti, (non per nostra scelta), corsi sulla sicurezza 81/08, BLSD pediatrico, Man.Di.Vi.A., BLSD, tutte le discipline di nostra competenza, a titolo gratuito. Siamo stati trattati alla stregua di abusivi, e la lettera ricevuta ai primi di febbraio ne è una chiara prova. Non ci spieghiamo il perchè di questa mossa dato che di fatto lo stabile rimarrà chiuso e vuoto. Prima di invitarci ad abbandonare lo stabile abbiamo ricevuto la proposta di pagare un canone, relativo alle spese di gestione ed il rilascio dei locali, impossibile per noi che non riceviamo finanziamenti e sostegni e non intaschiamo niente poiché Onlus.”

Un’altra colonna portante dell’Associazione, l’istruttore e formatore Geronimo Carreras, spiega:”Trovo inconcepibile che l’amministrazione pubblica, in nome di un mero bilancio monetario, preferisca denigrare la formazione sulla sicurezza e numerosi progetti a favore della collettività. Spero che ci sia un ripensamento.” Tanta amarezza nei volti degli operatori che si affrettano a liberare gli spazi, ancora impegnati con manichini e bombole di ossigeno, elementi dell’esercitazione e formazione sanitaria. Cadeddu continua: “Capiamo l’esigenza degli stabili liberi ma potevano avere atteggiamenti differenti. Non ci stavano facendo nessun regalo, si trattava di uno scambio di “beni e servizi” rivolti alla comunità. Manca l’educazione istituzionale, nessun punto di incontro con l’Amministrazione che essendoci un contratto in essere ci avrebbero dovuto offrire un’alternativa. Invece soltanto arroganza, ci hanno chiuso il riscaldamento e costretti a fare il trasloco dall’ingresso principale. Oltretutto non siamo alla conoscenza di nessun ipotetico stabile sito in via Dante messo a disposizione dalla Provincia, come è stato invece dichiarato da qualche giornalista negli scorsi giorni. Noi non abbiamo ricevuto nessuna offerta e sarebbe interessante conoscere quali e quanti stabili ci sarebbero stati offerti e a chi realmente sono stati assegnati”. Da quanto è noto, lo stabile di cui si parla, è un garage umido e maleodorante, sicuramente non adatto per prestarsi alla sede di un’Associazione. Come risponderà la Provincia? Aspettiamo le evoluzioni e speriamo per la sorte delle Associazioni buttate in mezzo alla strada che dalla data del 9 Febbraio troveranno definitivamente le porte chiuse nello stabile che li ha ospitati.

Tags: admoCagliarilila
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