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Entra nel vivo “Me inside emotion”, educazione emotiva, e domenica 18 la festa conclusiva al Parco pubblico comunale.
La tenuta psicologica di bambini e ragazzi deve affrontare numerose prove durante la crescita, dal rapporto con la scuola a quello con i coetanei e con la famiglia; a seguito della pandemia di Coronavirus, le dinamiche relazionali tra i nostri giovani sono diventate ancora più complesse. Per tanti adolescenti le conseguenze sono drammaticamente sfociate in disturbi psicologici e psichiatrici, specialmente nelle fasce d’età cosiddette transitorie. Me Inside Emotion (MiE) intende offrire un contributo per provare a invertire la rotta.
Voluto dal Comune di Sarroch, è studiato per interessare e coinvolgere sia i bambini delle elementari che quelli delle medie, ma prevede anche convegni dedicati agli adulti, nei rispettivi ruoli di genitori e operatori del settore.
Nel mese di aprile hanno avuto avvio i laboratori dedicati ai giovanissimi studenti sarrochesi. Ben 8 classi hanno partecipato al laboratorio di propedeutica musicale ‘Musicando’, a cura dell’Associazione Diapason Music School. Ben 7 incontri in occasione dei quali, nell’ambito di un’atmosfera prettamente ludica, i bambini hanno avuto modo di esplorare, scoprire e soprattutto divertirsi con giochi sonori e ritmici, utilizzando svariati strumenti musicali. La musica si impara vivendola concretamente, sia fisicamente che emotivamente, affinché contribuisca alla formazione e alla crescita globale del bambino. Attraverso i giochi musicali, i bambini stabiliscono delle relazioni con lo spazio che li circonda e con gli altri, stimolando la concentrazione, la crescita emotiva e artistica.
Altri bambini sono stati invece coinvolti nel laboratorio di Pittura ‘Emozioni a colori’, a cura di Andrea Pau e Giacomo Putzu. Cinque appuntamenti durante i quali sono state spiegate le tecniche usate dai grandi autori di libri, fumetti e quadri per esprimere nelle loro opere sentimenti quali turbamento, dolore, gioia e divertimento.
Le attività organizzate per i ragazzi della scuola secondaria di primo grado si sono aperte con lo spettacolo teatrale ‘AYCE – All you can eat!’, una produzione Sardegna Teatro, con Agnese Fois e Luca Spanu, e la regia di Chiara Murru. È un progetto che nasce da un’indagine condotta insieme ai ragazzi del reparto di Neuropsichiatria infantile di Cagliari, dove si curano le malattie neurologiche e psichiatriche dei minorenni. Un monologo nel quale le parole vengono ‘masticate’ velocemente e ‘vomitate’ con apparente leggerezza, per non dover affrontare il vuoto. I disturbi alimentari nella società contemporanea sono connaturati all’immagine distorta e alterata di cibo e corpo proposta da media e social mainstream. La conseguenza è appunto un rapporto sovente tossico con il proprio corpo e, conseguentemente, con il cibo.
Nei prossimi giorni spazio ai convegni. Ben tre, per affrontare tre tematiche diverse ma di grande interesse nella società contemporanea, studiati per coinvolgere genitori e operatori del settore, chiunque si trovi quindi a lavorare, fare sport o semplicemente condividere del tempo con giovani. Giovedì 15 giugno, a partire dalle 16, è previsto il primo incontro incentrato sul tema dell’autismo. Interverranno la dottoressa Diana Spinelli e la dottoressa Simona Marras dell’Associazione Cooperativa Laurus. In occasione del secondo appuntamento, venerdì 16 sempre alle 16, la dottoressa Francesca Mamo sarà la relatrice del convegno ‘Adolescenti e sessualità’. Infine sabato 17, alle 11, il terzo appuntamento sarà incentrato sul fenomeno degli Hikikomori, persone che scappano dalla vita sociale per vivere in una condizione di autoreclusione. Per approfondire un problema che in Italia coinvolge oggi ben 100mila persone, la metà delle quali tra i 15 e i 19 anni di età, interverranno il dottor Marco Crepaldi e la dottoressa Federica Melis, dell’associazione Hikikomori Italia. Tutti i convegni si terranno presso la Sala Coroneo della Biblioteca Comunale; coloro che intendono partecipare sono invitati a registrarsi gratuitamente tramite l’applicazione Eventbrite.
Infine domenica 18 giugno è in programma la festa conclusiva del progetto. Dalle 9.30, per proseguire fino alle 14, nel Parco pubblico comunale i ragazzi saranno coinvolti in diverse iniziative per un evento all’insegna del divertimento e della socialità. Sarà presente il Centro cinofilo SSD Dorys, che si occupa di sensibilizzazione sul tema della pet-therapy: durante la mattinata sono previsti laboratori per favorire relazioni e interazioni tra bambini e amici a quattro zampe. Sarà poi possibile cavalcare un pony, grazie agli animali dell’Oasi felice degli animali di Sanluri. Nello stand Forestas Pierpaolo Picci, responsabile del presidio forestale di Piscina Manna (Pula) proporrà ai ragazzi mini-laboratori di apicoltura, a contatto con le arnie, e fornirà materiale didattico riguardo il rapporto dei bambini e dell’uomo con la natura. Sarà inoltre possibile visitare la mostra dei disegni dei bambini eseguiti durante il laboratorio di pittura e non mancheranno i momenti di animazione a cura di Tony live Entertainment.
“Il progetto di educazione emotiva MiE nasce dalla volontà di aiutare bambini e ragazzi allo sviluppo di una migliore capacità relazionale – spiega l’Assessora alla Pubblica Istruzione e alla Cultura Rebecca Scano -. Gli anni del Covid sono stati complessi anche o forse soprattutto per le fasce d’età più giovani. I dati parlano non solo di un aumento delle patologie ma anche di una crescita delle problematiche psicologiche. Abbiamo pertanto voluto dar loro strumenti utili per combattere questi disturbi: dai laboratori per i giovanissimi allo spettacolo teatrale per gli adolescenti, e ora tre convegni su temi specifici, dedicati a genitori e operatori del settore. La festa finale di domenica 18, dedicata sia ai bambini che agli adulti, punterà sulla sensibilizzazione verso il mondo ambientale e animale – aggiunge l’esponente dell’esecutivo di Sarroch -, alla presenza di diverse associazioni provenienti da diverse parti della Sardegna. Ringraziamo l’Istituto Comprensivo di Sarroch per aver aderito e la Fondazione di Sardegna per aver finanziato il progetto. Grazie a questo programma abbiamo portato il tema all’attenzione dei giovani studenti sarrochesi, arricchendo quindi il loro bagaglio culturale e garantendo anche un valore aggiunto alla comunità”.